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    Legenda

    Figlio di un pastore protestante, il giovane Vincent Van Gogh ebbe una profonda vocazione religiosa che lo spinse a tradurre brani della Bibbia per la chiesa del paese di Dordecth, in cui viveva facendo il commesso, e a chiedere al padre di lasciargli tentare l’iscrizione alla facoltà di teologia di Amsterdam.

    Respinto agli esami d’ammissione, frequentò un corso di evangelizzazione, presso Bruxelles e fece pratica come pastore evangelico tra i minatori del Borinage, condividendo in tutto la loro misera esistenza e predicando loro la Bibbia.

    Il dipinto Natura morta con Bibbia risale al periodo in cui egli fece ritorno a Neunen (1883-1885) in casa dei genitori, allarmati dalle condizioni precarie del figlio. L’esistenza del pittore fu turbata da instabilità psicologica e dal carattere generoso e irruento.

    Il padre muore nel marzo 1885 e Vincent poco tempo dopo dipinge l’opera. Il quadro vuole rappresentare l’interiore riflessione del pittore sul rapporto tra Sacra Scrittura e vita, tra educazione ricevuta in famiglia e maturità di fede personale.

    La Bibbia rimane al centro della scena della vita, ma accanto ad essa la luce che serve ad illuminarla è spenta.

    Il testo è aperto al cap. 53 del libro di Isaia che contiene uno dei canti del “servo di Jahvè”, ossia del giusto sofferente.

    Accanto alla Bibbia il libro di Emil Zola La joie de vivre, aspramente criticato dal padre del pittore che lo riteneva immorale.

    Descrizione

    Vincent Van Gogh, Natura morta con Bibbia, 1885. Amsterdam, Museo Van Gogh.

    Note

    La Bibbia di Van Gogh

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