TESTO BES CAPITOLO 2 - LA RINASCITA DELLE CITTÀ: I COMUNI
1. La rinascita del commercio Dopo l’anno mille si commerciavano: lana, stoffe, prodotti agricoli e si diffusero le fiere, cioè grandi mercati una o due volte l’anno. I commerci avvenivano nel Mediterraneo, dove le città erano collegate con Bisanzio, l’Egitto, le Fiandre e il Nord Europa.
2. Le repubbliche marinare In Italia, tra il nono e il decimo secolo, il commercio diventò la principale attività delle città costiere che, per difendere la loro libertà economica, affidarono il governo a un’assemblea dei cittadini più importanti. Nacquero le repubbliche marinare: Amalfi, Venezia, Pisa e Genova. La prima fu Amalfi, in Campania, famosa per il commercio e per l’abilità dei suoi marinai, che perfezionarono la bussola e disegnarono le prime carte nautiche. Venezia fu fondata dagli abitanti di Aquileia per sfuggire ai barbari; era una zona paludosa che impediva l’agricoltura e per questo si dedicarono al commercio. Pisa e Genova si allearono e costruirono delle flotte per difendersi dai Saraceni e, dopo averli sconfitti, si dedicarono ai commerci diventando rivali di Venezia. Nel 1284 tra Genova e Pisa scoppiò una guerra ed i Genovesi sconfissero i Pisani nella battaglia navale della Meloria.
3. La nascita dei Comuni Nel 1100 ci fu una rinascita delle città dell’Italia del centro-nord. I cittadini più importanti si riunirono in un’associazione, detta “giuramento collettivo”, che governava la città, stampava le monete, riscuoteva le tasse e amministrava la giustizia. Nacque così il Comune, un piccolo Stato indipendente dall’imperatore. I più importanti comuni italiani furono: Asti, Bologna, Brescia, Ferrara, Firenze, Genova, Mantova, Milano, Novara, Piacenza, Siena e Verona. Più tardi nel Comune si formò un’assemblea dei cittadini che eleggeva: 2 magistrati, detti consoli che governavano la città, i giudici e un consiglio che scriveva le leggi. Tutte le cariche duravano un anno, per evitare abusi di potere. In seguito le famiglie più potenti si scontrarono per ottenere quelle cariche e, per portare la pace, nacque il podestà, che veniva da un’altra città e governava da 6 mesi fino a 1 anno. Il podestà veniva giudicato dai cittadini e riceveva il suo stipendio se i cittadini ritenevano che avesse ben governato.
4. La cattedrale al centro della città Nei Comuni il vescovo, eletto dagli abitanti, governava la diocesi, e la sua sede era la cattedrale, costruita al centro della città in stile romanico, con pareti spesse per sostenere il tetto, poche finestre e molte sculture. Nel dodicesimo secolo si diffuse lo stile gotico, dove i pilastri sostituirono le pareti e permisero di alzare gli edifici che così erano più vicini a Dio, e avevano anche molte vetrate. L’architetto era il responsabile dei lavori, i carpentieri alzavano strutture di legno, gli scultori lavoravano la pietra o il marmo.
5. «L’aria delle città rende liberi» Grazie allo sviluppo economico e alla crescita demografica, i contadini e i servi della gleba si trasferirono in città sperando in una vita migliore. Il servo della gleba, dopo un anno e un mese di residenza in città, diventava un uomo libero. Anche i nobili si trasferirono in città perché volevano il potere nei Comuni, si fecero quindi costruire palazzi sontuosi con una torre che rappresentava il prestigio della famiglia. Nacque la borghesia, formata da mercanti, artigiani, banchieri e professionisti come notai, avvocati, medici e farmacisti.
6. Comuni italiani e Comuni del Nord Europa I Comuni si diffusero in Francia, in Germania e nelle Fiandre. Le città del Nord Europa e i Comuni italiani erano simili perché la loro ricchezza veniva dall’artigianato e dal commercio e la borghesia era la classe sociale più importante. La differenza fu che i Comuni italiani imposero il loro potere sulle campagne, cioè il contado, e indebolirono il potere dei feudatari, mentre nel resto dell’Europa fuori dalle mura urbane il potere del feudatario restava grandissimo. I Comuni italiani si organizzarono in piccoli Stati indipendenti mentre le altre città europee chiedevano al re o all’imperatore libertà e privilegi per gestire meglio i loro commerci.
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