IL TEMPO, NOI E LA STORIA - DIDATTICA INCLUSIVA 1
UNITÀ 2. OCCIDENTE E ORIENTE
  
             

TESTO BES
CAPITOLO 3 - IL REGNO DEI LONGOBARDI IN ITALIA

1. Da dove venivano i Longobardi?
Nel 569 i Longobardi arrivarono in Italia, con casa e bestiame; erano famosi per la loro ferocia.
Erano guidati dal re Alboino, che aveva sconfitto il popolo barbaro dei Gépidi.

2. L’organizzazione sociale e politica
La società longobarda era formata da uomini liberi e servi.
Gli uomini liberi, chiamati arimanni, si dedicavano alla guerra, si difendevano dai nemici, si arricchivano con i saccheggi e con le tasse imposte ai popoli vinti.
I servi lavoravano nei campi e allevavano il cavallo per la guerra.
I Longobardi erano organizzati in fare, guidate da un duca, il sovrano era eletto dai duchi e il titolo era ereditario.
La religione dei Longobardi era politeista e la divinità più importante era Odino, padre dell’universo e dio della guerra.
I Longobardi si convertirono all’arianesimo, ma conservarono molte tradizioni pagane.

3. La conquista dell’Italia
I Longobardi in Italia rapinarono, distrussero e uccisero.
I Bizantini si ritirarono senza combattere perché non avevano la forza di opporsi, indeboliti da guerre, carestie ed epidemie.
I Longobardi conquistarono la Pianura Padana, la Toscana e l’Italia centro-meridionale, il loro re si stabilì a Pavia.
I Bizantini si ritirarono nel territorio chiamato Romània, dove sorgeva Ravenna, la loro città più importante.

4. Il regno longobardo
I duchi Longobardi non erano organizzati politicamente, facevano molti complotti, come quello in cui morì Alboino, nella congiura organizzata da sua moglie, la regina Rosmunda.
I duchi dell’Italia centro-meridionale trasformarono i loro territori in Stati indipendenti e, durante il regno di Agilulfo e Teodolinda,
i Longobardi si convertirono al cristianesimo e migliorarono i rapporti con le popolazioni italiche.
Nel 636 salì al potere Rotari, che nel 643 emanò una raccolta di leggi detta editto di Rotari, che assicurava la pace sociale.
L’editto copiava le leggi longobarde ed imitava quelle romane, eliminava le leggi barbariche come la faida, il diritto di vendicarsi personalmente, sostituita con il guidrigildo, un risarcimento in denaro da versare all’offeso o alla sua famiglia.
Era previsto il duello, in quanto si pensava che Dio avrebbe concesso la vittoria all’innocente.
Nel 712 salì al trono Liutprando e il regno visse un periodo di grande splendore, tanto che i Longobardi, da nomadi, si trasformarono in un popolo stanziale.
Liutprando occupò i territori Bizantini ma rinunciò ad unire il Lazio perché ritenne opportuno riconciliarsi con il pontefice Gregorio II.
Dopo Liutprando ci fu Astolfo, che volle conquistare il Lazio ma il papa Stefano II chiese aiuto ai Franchi.
Iniziò così la fine dei Longobardi.

5. Che cosa ci hanno lasciato i Longobardi?
I Longobardi governarono per molto tempo il territorio italiano e continuarono a unirsi con la popolazione romana.
I matrimoni fra popoli portarono a un aumento dell’altezza, perché i Longobardi erano abituati a un’alimentazione basata sulle proteine della carne e sui grassi animali, mentre i Romani preferivano invece cereali, vino e olio, quindi arrivarono sulle tavole molta cacciagione e prodotti derivati dal maiale.
A loro volta i Longobardi impararono dai romani a utilizzare frutta, verdura e olio d’oliva.
I Longobardi lavoravano meglio il ferro rispetto ai Romani, infatti questi utilizzavano il gladio, una spada corta, invece i popoli germanici preferivano spade molto lunghe.
I Romani fornirono ai Longobardi l’energia necessaria alle fucine, proveniente dall’acqua sfruttata dai mulini, e città come Milano divennero le capitali di questo settore manifatturiero.


             


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