IL TEMPO, NOI E LA STORIA - DIDATTICA INCLUSIVA 1
UNITÀ 2. OCCIDENTE E ORIENTE
  
             

TESTO BES
CAPITOLO 4 - MAOMETTO E LA NASCITA DELL’ISLAM

1. I beduini e la vita nel deserto
L’islam, una nuova religione, nacque nel VII secolo nella Penisola arabica, formata da due zone, una desertica e una fertile.
Prima della nascita di Gesù nella parte fertile vi erano grandi civiltà e i Romani la chiamavano Arabia felix (Arabia felice).
Il deserto era abitato da tribù di beduini che erano nomadi, si spostavano con il dromedario, un cammello a una sola gobba, ed erano guidate da un capo chiamato sceicco.
Le tribù di beduini si scontravano per impadronirsi dei pascoli e delle sorgenti, ma per loro l’ospitalità era un dovere sacro.
In Arabia c’era il mercato delle merci di lusso: sete, metalli preziosi, gemme, spezie e profumi provenienti dall’India, dall’Estremo Oriente e dallo Yemen.
Nel deserto c’erano le oasi, ricche di sorgenti con grandi edifici per prodotti e animali, qui si acquistavano o si vendevano merci.
I beduini erano politeisti, adoravano molte divinità e il loro centro religioso era La Mecca con molti templi, tra cui la Ka’aba, in cui è conservata la pietra nera, un meteorite caduto dal cielo.
A La Mecca si svolgevano fiere e mercati, era governata da poche famiglie che si arricchivano con i pellegrinaggi e i commerci.
C’erano altre due religioni: quella ebraica e quella cristiana.

2. La predicazione di Maometto
Maometto nacque nel 570 a La Mecca da una famiglia beduina e praticò il politeismo, lavorò come carovaniere e durante i viaggi conobbe la religione ebraica e quella cristiana.
Nel 610 predicò, dicendo che l’arcangelo Gabriele gli aveva rivelato che esisteva un unico Dio, Allah, che aveva parlato agli uomini attraverso dei profeti: Abramo, Mosè e Gesù.
Maometto chiamò questa religione musulmana che in arabo significa sottomesso a Dio.
I mercanti de La Mecca pensavano che il monoteismo facesse diminuire commerci e pellegrinaggi e così costrinsero Maometto e i suoi seguaci a rifugiarsi a Medina, una città a nord.
Questa fuga, l’Ègira, portò a Maometto molti seguaci e nel 630, tornato a La Mecca, distrusse tutti gli idoli, tranne la pietra nera perché per lui non era nera ma lo era diventata con i peccati degli uomini. Nel 632 Maometto morì.

3. I cinque pilastri dell’islam
Il Corano è il libro sacro dove ci sono verità di fede, giudizi morali e regole di vita, come non mangiare carne di maiale o bere alcol.
Secondo il Corano, l’anima dell’uomo è immortale.
Per la religione musulmana ci sono 5 doveri chiamati pilastri:
1. credere nel monoteismo;
2. pregare 5 volte al giorno, inchinati verso La Mecca: il venerdì
è giorno festivo e la preghiera viene fatta nella moschea;
3. fare l’elemosina per i poveri o finanziare guerre contro i nemici di Allah;
4. non mangiare e non bere nulla dall’alba al tramonto nel mese del Ramadan;
5. fare un pellegrinaggio alla Mecca, almeno una volta nella vita.

4. L’intreccio religioso, politico e giudiziario
Nell’islamismo non c’è una gerarchia sacerdotale, gli imam sono persone comuni che hanno famiglia e lavoro.
Nell’islam non c’è una separazione fra religione e politica, a volte l’imam coincide con il capo politico della comunità musulmana, come Maometto che fu profeta, capo politico e militare.

5. La società islamica schiavista e poligamica
La società islamica era schiavista, basata sul lavoro degli schiavi che erano prigionieri di guerra o acquistati nei mercati.
La condizione degli schiavi era dura, se si convertivano all’islam e restavano fedeli al padrone potevano formare una famiglia, accumulare del denaro e migliorare la loro condizione sociale.
Molti schiavi abili e intelligenti divennero visir, cioè primi ministri di diversi califfi.
L’islam era una società guerriera ed era difficile impedire la poligamia, anche perché molte vedove con il matrimonio non morivano di fame.
Maometto stabilì che non si potevano avere più di 4 mogli ma lui ne ebbe 9 e nel Corano la donna è rispettata, ha gli stessi diritti dell’uomo, come il diritto all’eredità o all’istruzione.
Nel Corano viene affermato che gli uomini sono superiori alle donne e, se non ubbidiscono, il marito ha il diritto di picchiarle.


             


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