IL TEMPO, NOI E LA STORIA - DIDATTICA INCLUSIVA 2
UNITÀ 5. LA CIVILTÀ DEI LUMI
  
             

TESTO BES
CAPITOLO 2 - ILLUMINISMO E POLITICA: L’EUROPA DELLE RIFORME

1. Una battaglia per le riforme
Gli illuministi erano convinti che la cultura influenzava l’esistenza degli uomini.
Essi volevano una politica di riforme e gli uomini dovevano essere trattati come cittadini liberi. Gli intellettuali avevano il compito di educare gli uomini all’uso della ragione e di liberarli dall’ignoranza.
Gli illuministi si rivolgevano alla borghesia.

2. I protagonisti dell’Illuminismo
L’intellettuale più famoso fu Voltaire che denunciò le ingiustizie dell’Antico regime.
Nell’opera Lettere inglesi, Voltaire proponeva di adottare il modello della monarchia costituzionale inglese.
Nel 1748 il filosofo francese Charles de Montesquieu pubblicò l’opera Lo spirito delle leggi, dove descriveva lo Stato e affermava che la sua autorità è formata da 3 poteri:
- legislativo, fare le leggi;
- esecutivo, applicare le leggi;
- giudiziario, giudicare secondo le leggi.
Secondo Montesquieu, il Governo doveva comandare, i giudici giudicare e il Parlamento fare le leggi.
È il principio della separazione dei poteri, valido ancora oggi.
Jean Jacques Rousseau era un illuminista che non aveva fiducia nel progresso, infatti la storia per lui era corruzione.
La corruzione iniziò con la proprietà privata e nacque la diseguaglianza.
Secondo Rousseau tutti avevano il diritto di vivere e la legge doveva essere uguale per tutti e perciò bisognava riorganizzare lo Stato su questi principi.
La forma di governo era la democrazia, cioè il governo del popolo e il principio fondamentale era la sovranità popolare, cioè del popolo.
Il più famoso tra gli illuministi italiani fu Cesare Beccaria, autore dell’opera Dei delitti e delle pene.
Nella società dell’Antico regime la pena era la giusta condanna per chi commetteva dei delitti.
Beccaria affermava che la giustizia dello Stato era diversa da quella divina.
La legge umana aveva l’obiettivo di eliminare i danni provocati dai delinquenti alla società e la pena doveva essere pari al crimine commesso.
Egli criticò la pena di morte e la tortura.
La pena di morte era inutile, perché era la sicurezza di essere arrestati e puniti che fermava i delitti, ed era ingiusta, perché nessuno aveva il diritto di uccidere.



3. Il dispotismo illuminato
Il 1700 fu un periodo di riforme e i sovrani si fecero consigliare da famosi illuministi e nacque così il dispotismo illuminato.
I sovrani illuminati furono Federico II di Prussia, Caterina II di Russia, Maria Teresa d’Austria e suo figlio Giuseppe II.
Le riforme riguardarono lo Stato, più moderno e più laico. Si diffuse il catasto, cioè un registro delle proprietà di tutti i terreni e delle loro caratteristiche; venne abolita la tortura e ridotta la pena di morte.
La laicizzazione portò alla separazione dello Stato dalla Chiesa, i sovrani illuminati tolsero molte proprietà alla Chiesa e fondarono scuole statali.
I Gesuiti furono giudicati colpevoli di difendere il papa e cacciati dal Paese. Nel 1773 papa Clemente XIV fece eliminare l’ordine, ricostituito poi nel 1814.
In Italia il 1700 fu un periodo di riforme: Milano divenne capitale della cultura, grazie a celebri illuministi come Cesare Beccaria, Pietro e Alessandro Verri, Alessandro Volta e Giuseppe Parini.
A Napoli gli illuministi Ferdinando Galiani e Antonio Genovesi denunciarono l’arretratezza del Regno di Napoli.
Nel Granducato di Toscana Pietro Leopoldo fece bonificare molti terreni paludosi e abolì la tortura e la pena di morte.
Nel 1689 in Inghilterra si era conclusa la rivoluzione con la Dichiarazione dei diritti che limitava il potere del re.
La Francia non attuò le riforme perché il ministro Turgot incontrò l’opposizione dei nobili e nel 1776 venne licenziato da Luigi XVI.


             


  Editrice La Scuola © Tutti i diritti riservati