TESTO BESCAPITOLO 2 - LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE1. Perché proprio in Inghilterra? Tra il 1700 e 1800, in Inghilterra iniziò la
prima rivoluzione industriale.
L’Inghilterra era il Paese più ricco e la sua ricchezza veniva da un’agricoltura sviluppata; le sue navi controllavano i mari e il commercio, in particolare quello degli schiavi.
Le colonie davano materie prime e molti prodotti.
L’Inghilterra aveva la
libera concorrenza nei commerci ed era fortunata, perché era un’
isola ricca di
carbone, e quindi poteva produrre energia.
Dopo l’Inghilterra, la prima rivoluzione industriale si diffuse in
Belgio, in
Svizzera e in
Francia e a metà del 1800 iniziò negli
Stati Uniti, Giappone, Russia e Italia.
Nell’antichità furono create le prime macchine.
Nel Medioevo furono inventati il mulino e l’orologio.
Nel 1700 ci fu l’
età dell’oro delle
invenzioni: nel
settore tessile migliorarono i telai e ci fu l’invenzione dei
filatoi idraulici, cioè mossi dall’acqua.
2. Il ruolo della scienza e della tecnica La chimica fu importante nei settori della produzione e Antoine Lavoisier fu il padre della chimica moderna.
Nel 1769
James Watt inventò la
macchina a vapore che usava il
vapore prodotto dal
carbone.
Nelle attività
minerarie ci furono cambiamenti con la macchina a vapore; nell’
agricoltura con le macchine agricole; nell’
industria con le fabbriche.
La macchina a vapore portò cambiamenti nei
trasporti.
La
prima rivoluzione industriale va dal 1770 al 1870 e si basò sulla macchina a vapore alimentata dal carbone.
La
seconda rivoluzione si diffuse tra il 1870 e il 1945 e riguardò l’elettricità, il petrolio e il motore a scoppio.
La
terza rivoluzione parte dal 1945, è caratterizzata dall’energia atomica, dall’astronautica e dall’informatica.
La prima linea ferroviaria venne inaugurata nel 1825 ed era adatta solo al trasporto delle merci.
Nel 1830 ci fu la
prima linea per il trasporto dei passeggeri fra Liverpool e Manchester.
I cambiamenti del trasporto via mare furono lenti.
Nel 1807
Robert Fulton produsse il primo battello a vapore, il
Clermont, che utilizzava il motore a vapore di James Watt.
3. La questione sociale Prima della rivoluzione industriale, la vita dei lavoratori non era facile: erano
contadini e il lavoro della terra era duro, ma con l’industrializzazione tutto cambiò.
La vita degli operai era difficile e in povertà: l’orario di lavoro era di 15 ore giornaliere, trascorse tra macchine e ambienti inquinati. I
minatori lavoravano in gallerie con il pericolo di crolli, c’erano anche donne e bambini.
Si trattava di una nuova
forma di schiavitù.

Con la rivoluzione industriale, nasceva il
licenziamento, perché le macchine erano in grado di lavorare più velocemente e a un minor costo degli operai. Il risultato era la
disoccupazione.
In Inghilterra la rabbia degli operai esplose contro le macchine, tanto che arrivarono a distruggerle.
Questa forma di protesta prese il nome di
luddismo, da Ned Ludd, operaio inglese che distrusse un telaio meccanico. Coloro che lottavano per una giustizia sociale vennero chiamati
socialisti. I lavoratori formarono
Società di mutuo soccorso, cioè associazioni per l’aiuto reciproco che davano aiuto ai lavoratori in caso di malattia, infortuni o morte sul lavoro.
4. Inquinamento e rivoluzione agricola Con la nascita di grandi centri industriali, le nuvole di fumo, prodotte dal
carbone, avvolgevano ogni cosa.
Per liberarsi dagli
scarti, si utilizzò l’acqua: la conseguenza fu l’avvelenamento dei fiumi, che inquinarono i terreni e il mare.
Si diffuse nell’opinione pubblica la
coscienza che l’aria, l’acqua e la terra erano fondamentali per la salute degli uomini.
L’
abolizione degli obblighi dei contadini verso i nobili li rese liberi di coltivare la terra.
La rivoluzione agricola modificò le campagne e la produzione.
Nel Medioevo e nell’Età moderna la coltivazione si basava sulla
rotazione triennale, cioè la coltivazione ruotava su 3 campi, lasciandone uno a riposo.
Nel 1700 conveniva coltivare con i legumi la parte lasciata a riposo, perché il terreno diventava più fertile: nacque la
rotazione quadriennale.
Si iniziarono a coltivare le piante importate dall’America, come la
patata, il
mais e la
barbabietola da zucchero. Nelle campagne comparvero le prime
macchine agricole, si utilizzò la
chimica per i fertilizzanti e migliorò l’
irrigazione.
5. Nuovi alimenti e rivoluzione demografica Prima della rivoluzione agricola, le abitudini alimentari erano legate alle produzioni locali.
L’alimentazione dei poveri era formata da minestre di verdure e pane, mentre la carne era un cibo raro.
La fame favorì la diffusione della
patata e del
mais.
Mangiare cibi solo a base di mais, come la
polenta, causava problemi come la
pellagra, una malattia che portava piaghe sul corpo e conduceva alla pazzia e alla morte.
Nell’Italia centro-meridionale l’alimento principale era la
pasta. A partire dal 1830 la pasta iniziò ad essere condita con la salsa di pomodoro proveniente dall’America.
Prima della rivoluzione industriale e agricola erano frequenti le
carestie.
La
mortalità infantile era elevata per la scarsa igiene.
Le industrie chimiche iniziarono a produrre farmaci.
L’igiene migliorò e la mortalità infantile diminuì.
Le condizioni di vita migliorarono e la popolazione aumentò.