TESTO BES CAPITOLO 3 - LA SCONFITTA DELLA RESTAURAZIONE
1. La prima ondata rivoluzionaria Negli anni Venti la protesta contro la Restaurazione causò i moti rivoluzionari che volevano la Costituzione. Nel 1820 iniziarono le rivolte: in Spagna i ribelli ottennero da Ferdinando VII una Costituzione dove il popolo aveva il diritto di governo e limitava i poteri del re. A Napoli i Carbonari si ribellarono e Ferdinando I di Borbone formò una Costituzione e un Parlamento, mentre Palermo chiese l’indipendenza dal Regno delle Due Sicilie. Nel 1821 scoppiarono altre rivolte: in Piemonte Vittorio Emanuele I lasciò il trono e il nipote Carlo Alberto concesse la Costituzione al Regno di Sardegna. Questi moti rivoluzionari furono repressi dalla Santa Alleanza. In Grecia, il movimento di liberazione sconfisse l’Impero turco. Nel 1821 la rivolta popolare portò nella lotta molti occidentali, come il poeta inglese George Byron e nel 1827 il popolo greco vinse e proclamò l’indipendenza del Regno di Grecia. L’indipendenza riguardava l’America centrale e meridionale; erano colonie sotto il comando di Spagna e Portogallo. Nel 1810 iniziò la guerra di liberazione guidata da Simón Bolívar, detto il libertador, e José de San Martin, contro la Spagna ma solo dopo 10 anni raggiunsero la libertà. In Messico la rivolta fu iniziata dagli Amerindi; in Brasile l’indipendenza fu proclamata nel 1822 dal figlio del re del Portogallo. I moti rivoluzionari ripresero negli anni Trenta. Nel 1830, in Francia, il re Carlo X di Borbone limitò la libertà di stampa e di associazione e Parigi insorse con le 3 gloriose giornate di luglio. Il nuovo re Luigi Filippo d’Orléans fu incoronato re dei Francesi e giurò fedeltà alla Costituzione. Nel 1830 il Belgio chiese l’indipendenza dai Paesi Bassi e poco dopo la Polonia si ribellò alla Russia. Nel 1830-1831 in Italia scoppiarono moti rivoluzionari, ispirati dalla Carboneria, nel Ducato di Modena e Parma e nello Stato Pontificio. Le rivolte furono eliminate e il capo Ciro Menotti fu impiccato.
2. La seconda ondata rivoluzionaria Nel 1846 una grave crisi economica provocò la povertà. La miseria della popolazione fece crollare gli acquisti e le fabbriche iniziarono a chiudere. Nel 1848 nel Regno delle Due Sicilie il re diede la Costituzione. A Parigi fu proclamata la repubblica. Nell’Impero austriaco il re fu costretto a concedere una Costituzione, mentre Boemia, Moravia, Slovacchia e Ungheria proclamarono l’indipendenza dall’Impero. In Germania fu convocata un’Assemblea costituente. Nel Granducato di Toscana, Stato Pontificio e Regno di Sardegna fu concessa la Costituzione. Venezia, guidata da Manin e Tommaseo, costrinse gli Austriaci a lasciare la città, mentre Milano, dopo le famose Cinque giornate, cacciò gli Austriaci dalla città. Carlo Alberto, re del Regno di Sardegna, voleva ingrandire il suo Regno e unire l’Italia, così il 23 marzo 1848 dichiarò guerra all’Austria. Iniziò la prima guerra di indipendenza: l’esercito piemontese adottò la bandiera tricolore simbolo dell’unità d’Italia. I patrioti chiesero ai sovrani di inviare truppe in aiuto a Carlo Alberto, così i governi di Venezia, Milano, Modena e Parma proclamarono l’unione al Piemonte. Dopo le prime vittorie di Goito, Curtatone e Montanara, incominciarono le difficoltà. Gli Austriaci riorganizzarono il loro esercito e vinsero a Custoza. Carlo Alberto fu sconfitto e accettò un armistizio. Nel marzo del 1849 Carlo Alberto riprese la guerra contro l’Austria, ma l’esercito piemontese venne sconfitto a Novara. Il re rinunciò al trono in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che firmò a Milano un trattato di pace. In Francia, il 10 dicembre 1849, Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone, divenne presidente della Repubblica. Dopo pochi anni si fece proclamare imperatore con il nome di Napoleone III. Nel 1849, in Germania il Parlamento di Francoforte venne sciolto. Nell’Impero austriaco l’esercito represse tutte le rivolte. La guerra in Ungheria portò alla sconfitta dei rivoluzionari. Le rivoluzioni del 1848-49 rappresentarono la fine dell’età della Restaurazione.
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