IN VIAGGIO NEL TEMPO - VOLUME 1
  
                            


LA BOLLA UNAM SANCTAM


La bolla papale Unam Sanctam fu emanata nel novembre 1302 da Bonifacio VIII quando il contrasto con il re di Francia Filippo IV il Bello stava assumendo i toni più gravi. È un documento che esprime la più perfetta definizione della concezione teocratica del papato medievale, secondo la quale Dio ha conferito al pontefice e alla Chiesa ogni potere temporale e spirituale, espresso nella metafora delle «due spade».
Bonifacio VIII in questo estremo sussulto dell’assolutismo papale non avverte però che le due massime autorità del Medioevo, il papato e l’impero, erano ormai al declino.



Che ci sia una e una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica noi siamo costretti a credere ed a professare, spingendoci a ciò la nostra fede, e noi questo crediamo fermamente e con semplicità professiamo, ed anche che non ci sia salvezza e remissione dei nostri peccati fuori di lei. [...] In questa unica e sola Chiesa ci sono un solo corpo ed una sola testa, non due, come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro; perché il Signore disse a Pietro: «Pasci il mio gregge». «Il mio gregge» Egli disse, parlando in generale e non in particolare di questo o quel gregge; cosi è ben chiaro, che Egli gli affidò tutto il suo gregge. Se perciò i Greci od altri affermano di non essere stati affidati a Pietro e ai suoi successori, essi confessano di conseguenza di non essere del gregge di Cristo, perché il Signore dice in Giovanni che c’è un solo ovile, un solo e unico pastore.
Noi sappiamo dalle parole del Vangelo che in questa Chiesa e nel suo potere ci sono due spade, una spirituale, cioè, ed una temporale, perché, quando gli Apostoli dissero: «Ecco qui due spade» – che significa nella Chiesa, dato che erano gli Apostoli a parlare – il Signore non rispose che erano troppe, ma che erano sufficienti. E chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro, ha malamente interpretato le parole del Signore, quando dice:
«Rimetti la tua spada nel fodero». Quindi ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e quella materiale; una invero deve essere impugnata per la Chiesa, l’altra dalla Chiesa, la prima dal clero, la seconda dalla mano di re o cavalieri, ma secondo il comando e la condiscendenza [consenso] del clero, perché è necessario che una spada dipenda dall’altra e che l’autorità temporale sia soggetta a quella spirituale. [...] Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: «L’uomo spirituale giudica tutte le cose, ma egli stesso non è giudicato da alcun uomo», perché questa autorità, benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma senz’altro divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: «Qualunque cosa tu legherai... ».
Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principii; il che noi affermiamo falso ed eretico, poiché – come dice Mosè – non nei principii, ma «nel principio» Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al pontefice di Roma.

Data in Laterano, nell’ottavo anno del nostro pontificato [18 novembre]




                            


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