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    Legenda

    Le merci venivano trasportate su carri trainati da buoi. Oggetto di importazione erano gli schiavi e numerosi materiali: legno per le navi, ferro, rame, avorio, oro, stoffe, profumi, spezie, ma anche grano, la cui produzione locale non era sufficiente.

    Nell’arsenale erano custoditi gli equipaggiamenti e gli armamenti delle navi.

    Nei pressi del porto sorgevano i capannoni in cui si costruivano i vari tipi di imbarcazione.

    Questi scivoli servivano per mettere in acqua le navi o anche per tirarle in secca quando avevano bisogno di riparazioni.

    Nel tempo venne costruita una lunga cinta muraria che univa il Pireo ad Atene.

    I topi erano una presenza abituale nel porto e sulle navi. La mancanza di igiene favoriva il propagarsi delle malattie.

    Nel porto vi erano numerosi banchi di cambiavalute. La moneta ateniese, la dracma, era la moneta internazionale. L’attività commerciale rendeva molto; soprattutto la grande abilità negli affari dei meteci, stranieri che si erano trasferiti ad Atene, contribuì molto alla prosperità della città.

    Descrizione

    Nel 493 a.C. iniziarono i lavori che trasformarono il golfo del Pireo nel grande porto di Atene. Da qui salpavano le navi che trasportavano le merci ateniesi in tutto il Mediterraneo, qui sbarcavano le merci d’importazione e avevano sede grandi cantieri navali. Nel momento di maggiore splendore il sobborgo ateniese che crebbe intorno al porto giunse a contare circa 30 000 abitanti.

    Note

    Nel caotico porto del Pireo

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