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    Legenda

    La nave tipica dei Vichinghi era chiamata drakkar e costituiva il mezzo di trasporto più sicuro e veloce sia per gli uomini che per le merci. Era lunga circa 25 metri e per poter navigare anche in acque basse e per avvicinarsi il più possibile alla riva

    L’adozione della vela, dopo il VI secolo, rappresentò un salto di qualità rispetto alla barca a remi: la nave a vela poteva avere un equipaggio più limitato e una chiglia più ampia e adatta a trasportare merci come le pietre per la fabbricazione delle stoviglie, frumento, pelli e pesce secco.

    L’equipaggiamento del guerriero comprendeva il tipico elmo a forma di cono. Era di ferro per i capitani e di cuoio con rinforzi in legno per i combattenti di rango più basso. Non erano invece usati elmi con due corna, copricapo con i quali spesso i Vichinghi vengono rappresentati.

    Descrizione

    Con queste parole un commerciante arabo, Al Tartushi, descrive il suo approdo nella città vichinga di Hedebey, un importante centro commerciale situato sul mare al confine tra Danimarca e Germania: «Non ho mai sentito canzoni più terribili di quelle di questa gente: assomigliano ad un ringhiare che nasce dalle loro gole, simile all’abbaiare dei cani, ma molto più orribile».

    I Vichinghi dunque apparivano minacciosi non solo agli Europei che subivano le loro razzie.

    E si può facilmente immaginare come potessero comportarsi delle bande di pirati in cerca di un bottino dopo aver navigato per giorni o settimane. In realtà i Vichinghi non erano solo pirati-guerrieri: vivevano di agricoltura, pesca e commercio che li portava in lunghi viaggi per mare e per terra. Si spostavano con le loro particolari imbarcazioni (i drakkar) oppure a piedi, su carri o a cavallo; durante i lunghi inverni nordici, quando tutto era ghiacciato, usavano invece pattini e sci.

    Note

    Un terribile verbo, «VIKINGAR»

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