Vesalio, il fondatore dell’anatomia moderna
Nel 1543 venne pubblicato il volume La fabbrica del corpo umano di Andrea Vesalio (1514-1564), di cui vediamo una illustrazione.
In questo testo Vesalio sosteneva la necessità di superare la tradizione dei medici dell’antichità e di studiare il corpo umano attraverso la dissezione dei cadaveri e l’autopsia, cioè attraverso l’osservazione condotta dal vero e in prima persona. Per questa ragione Vesalio è considerato il fondatore dell’anatomia moderna.
Una nuova idea sulla diffusione delle malattie
Nel Medioevo e nella prima Età moderna non si aveva nessuna conoscenza sui meccanismi di diffusione delle malattie infettive. Il medico veronese Girolamo Fracastoro studiò a fondo la peste, il tifo e la sifilide e nel 1546 pubblicò un trattato intitolato De contagione et contagiosis morbis (Sul contagio e sulle malattie contagiose; nella foto il frontespizio di una edizione antica) in cui avanzava l’ipotesi che il contagio non fosse dovuto a magia, influenze negative degli astri o punizioni divine ma a germi portatori di malattia, dotati della capacità di moltiplicarsi nell'organismo e di contagiarne altri attraverso la respirazione o altre forme di contatto.
Dimostrò, inoltre, come la guerra e la fame facilitassero l’insorgenza e la diffusione delle gravi malattie infettive che aveva studiato.
L’importanza della matematica
Nel Medioevo la matematica aveva conosciuto i suoi maggiori sviluppi nel mondo arabo. Gli arabi introdussero in Occidente lo “zero” e svilupparono l’algebra. La matematica moderna, però, cominciò a svilupparsi solo in età umanistica, grazie all’opera di Luca Pacioli, frate francescano vissuto tra il 1445 e il 1514. Pacioli comprese l’importanza dell’aritmetica e della geometria in ogni attività pratica e pose le basi per l’uso degli strumenti matematici nella tecnologia, nell’economia e nella scienza in generale. Per Pacioli, inoltre, la matematica aveva un ruolo anche nell’arte. Nella sua opera più importante, il De divina proportione del 1509, egli affermava come lo studio della proporzione tra le cose dovesse costituire il punto d’incontro tra lo scienziato che indaga la natura e l’artista.
Nell’immagine un ritratto di Luca Pacioli (1495), attribuito a Jacopo de' Barbari, oggi al museo nazionale di Capodimonte, Napoli.
Copernico e la teoria eliocentrica
Frutto della libertà intellettuale offerta dall’Umanesimo è anche il rinnovamento negli studi astronomici. Nel 1543 venne pubblicato il trattato Sulle rivoluzioni dei corpi celesti dell’astronomo polacco Niccolò Copernico (1473-1543). Nel suo studio Copernico mise in discussione il modello prevalente di rappresentazione dell’universo, detto aristotelico-tolemaico e basato sulla teoria geocentrica.
Questo modello vedeva il Sole e gli altri pianeti ruotare intorno alla Terra, immobile al centro dell’universo. Copernico affermò, invece, la teoria eliocentrica in base alla quale è il Sole al centro dell’universo, come mostra questa illustrazione del XVI secolo.
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Descrizione
La scienza e la tecnologia, l’altra faccia dell’Umanesimo
L’Umanesimo è stato un movimento culturale che aveva come obiettivo la riscoperta dei classici greci e latini. Anche in un periodo dominato dalla cultura classica, però, la scienza e la tecnologia non si sono fermate.
Note
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Vesalio, il fondatore dell’anatomia moderna
Una nuova idea sulla diffusione delle malattie
L’importanza della matematica
Copernico e la teoria eliocentrica