Il massacro di Sand Creek

Dopo la metà dell’Ottocento i nativi americani che vivevano nelle grandi praterie dell’Ovest dovettero fare i conti con l’arrivo sempre più massiccio di bianchi americani che occuparono gradualmente tutti i loro territori.

Nell’immagine è raffigurata la lapide che ricorda il giorno del massacro di Sand Creek (29 novembre 1864), considerato da molti come la data di inizio delle guerre che portarono alla distruzione della nazione indiana.

Le Guerre indiane

La conquista del West da parte del governo degli Stati Uniti fu segnata dalle cosiddette Guerre indiane che videro i nativi combattere con coraggio contro lo strapotere tecnologico e numerico dell’esercito statunitense. Si trattò di un conflitto cruento, spietato da entrambe le parti, un conflitto in cui gli indiani sapevano di combattere per la sopravvivenza.

L’episodio finale delle Guerre indiane viene considerato il massacro di Wounded Knee, nel Dakota del Sud, avvenuto nel 1890. In quell’occasione furono uccisi più di centocinquanta indiani inermi dai militari americani che temevano una nuova rivolta dei nativi e l’inizio di una nuova stagione di guerre.

Nella foto alcuni soldati presidiano le fosse comuni con i corpi delle vittime a Wounded Knee.

Le riserve indiane

In questa foto vediamo un gruppo di Navaho mentre posa davanti alla loro riserva. Con la fine delle Guerre indiane i membri di tutte le tribù sopravvissute agli scontri con i bianchi furono rinchiusi in piccoli territori a loro assegnati: le riserve.

In queste aree, spesso ubicate in zone aride e non molto fertili del territorio statunitense, i nativi si ritrovarono a vivere una esistenza molto difficile, rimanendo per lungo tempo esclusi da ogni contatto con il resto della società americana.

Gli indiani ottennero il diritto di voto solo nel 1924 e furono sottoposti, come gli afroamericani, alle regole della segregazione razziale fino al 1964.