La Rivoluzione contro le donne

Negli anni della Rivoluzione francese le donne trovarono modo di far sentire la loro voce soprattutto grazie alla pubblicazione di opuscoli e all’attività di club femminili, come questo rappresentato nell’immagine.

Le legittime istanze delle donne, che non possedevano alcun diritto nella Francia pre-rivoluzionaria, non furono però recepite dopo il 1789. Anzi, una volta ottenuto il potere, i giacobini abolirono tutti i club femminili nel mese di ottobre del 1793 e fecero arrestare le loro leader.

Olympe de Gouges

L’attivista francese Olympe de Gouges fu l’autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, in cui affermava l'uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna. Pubblicata nel 1791, la Dichiarazione venne fortemente avversata dai governi della Rivoluzione.

Il 3 novembre 1793 Olympe venne ghigliottinata, con l’accusa di aver agito contro la Rivoluzione, perché si era opposta all’esecuzione di Luigi XVI. Nell’immagine la targa posta per commemorare Olympe de Gouges al numero 20 di via Servandoni a Parigi, dove viveva l’autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.

L’assassinio di Marat

Durante la Rivoluzione francese furono molte le donne che combatterono in prima linea e che parteciparono alla vita politica alla pari degli uomini. Tra i gesti passati alla storia all’epoca rivoluzionaria vi fu l’assassinio del leader giacobino Jean-Paul Marat, a opera di Charlotte Corday.

La donna considerava Marat uno dei responsabili del clima di violenza che imperversava nella Francia dell'epoca: per questa ragione lo pugnalò il 13 luglio 1793, venendo poi ghigliottinata quattro giorni dopo.

Nell’immagine l'assassino di Marat in un dipinto di Jean-Joseph Weerts del 1880: i rivoluzionari imprecano contro Charlotte Corday dopo il delitto del leader giacobino.