I magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi dalla mafia nel 1992.
L'autostrada A29 dopo l'attentato che uccise Giovanni Falcone. Il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci una bomba composta da 500 kg di tritolo uccise il magistrato antimafia e la moglie, anche lei magistrato, oltre agli agenti della scorta.
Via D'Amelio, a Palermo, poco dopo l'attentato di matrice mafiosa nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta, il 19 luglio 1992.
Piazza della Memoria a Palermo, un'ampia piazza pedonale dedicata al ricordo dei giudici uccisi per la loro azione di contrasto a Cosa nostra. È delimitata da gradini, alla cui sommità sono posti in rilievo i nomi e la data di morte dei magistrati uccisi.
L'Albero Falcone, un Ficus macrophilla columnaris magnoleides che cresce nei pressi della casa palermitana del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia, uno dei simboli dell'antimafia siciliana.
Un murale dedicato a Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra nel 1985, a Napoli.
Targa in memoria di Lea Garofalo, uccisa dalla 'ndrangheta a Monza nel 2009. Lea Garofalo ha ricevuto la Medaglia d'oro al merito civile, per essere stata uno “splendido esempio di straordinario coraggio e altissimo senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio”.
Una manifestazione studentesca contro le mafie a Firenze.
Manifestazione in occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie organizzata da “Libera”, una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout coinvolti contro le mafie.
“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” (Paolo Borsellino)