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Legenda
Su un ramo sono seduti alcuni personaggi che rimandano alla «questione romana», cioè alla controversia circa il potere temporale del papa e il ruolo di Roma nel nuovo Stato italiano. I personaggi sono: papa Pio IX, un rappresentante del clero con l’abito talare e, in mezzo a loro, un «pazzariello» (personaggio folcloristico napoletano) che rappresenta i nobili borbonici.
I problemi dell’Italia sembrano incarnati in primo luogo dall’imperatore francese Luigi Bonaparte, raffigurato come il tronco di un albero da cui derivano le più gravi difficoltà della nazione.
I briganti appollaiati su un ramo subiscono i colpi inferti dal generale Cialdini: qualcuno precipita a terra ma qualcun altro rimane aggrappato ben saldamente all’albero che lo protegge.
Il generale Enrico Cialdini è intento ad affrontare i briganti con la spada sguainata. Cialdini, protagonista delle guerre d’indipendenza, ricevette poteri eccezionali per combattere il brigantaggio. Nello svolgere questo compito non esitò a usare metodi brutali contro la popolazione inerme.
L’Italia è ritratta secondo la simbologia risorgimentale della donna turrita, cioè con una corona simile a una cinta muraria dotata di torri. L’Italia si rivolge al generale Cialdini per indicargli qualcuno che potrebbe portare aiuto alla nazione. Questo qualcuno è Giuseppe Garibaldi.
Giuseppe Garibaldi, riconoscibile dalla folta barba e dalla camicia rossa, è presentato nella veste di contadino che regge un aratro trainato da buoi. Dopo la sconfitta sull’Aspromonte, che gli costò il ferimento e l’arresto, l’eroe risorgimentale rimase per qualche tempo lontano dalle battaglie.
Descrizione
Nella seconda metà del Settecento alcuni sovrani europei realizzarono riforme ispirate ai principi dell’Illuminismo. Le riforme rispondevano alla necessità delle monarchie assolute di migliorare e ammodernare lo Stato. Si avviò così il “dispotismo illuminato”, i cui principali protagonisti furono Maria Teresa D’Austria, Federico II di Prussia, Caterina II di Russia. L’imperatore Giuseppe II, figlio di Maria Teresa d’Austria, proseguì il progetto della madre con ancora maggiore convinzione: promulgò un nuovo Codice civile e penale, che stabiliva pene uguali per tutti.