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Legenda
In quest’aula ci sono solo maschi perché, per legge, le classi delle scuole elementari dovevano essere o tutte maschili o tutte femminili.
La penna che usavano gli alunni per scrivere era un’asticciola di legno, nella quale s’inseriva il pennino da intingere nel calamaio, un piccolo recipiente con l’inchiostro.
Gli alunni venivano anche puniti con il momentaneo allontanamento dalla classe o presi in giro di fronte ai compagni (questo bambino ha un cappello con la scritta “asino”).
I maestri potevano usare la verga (una bacchetta lunga e sottile) per punire colpendoli sulle mani o sulle gambe gli scolari più irrequieti o svogliati.
Descrizione
Dopo l’unità, venne estesa a tutta l’Italia la legge Casati, varata nel 1859 per il Regno di Sardegna. Però in molte regioni, soprattutto nel Sud, mancavano ancora gli edifi ci scolastici e quelli esistenti erano sovente privi delle attrezzature necessarie, addirittura dei banchi. Nelle scuole di città le classi erano affollate (talvolta avevano più di 60 alunni) e il programma seguito era diverso da quello delle scuole di campagna. La classe di scuola elementare che appare in questo dipinto è sistemata in un locale di fortuna, e dispone dell’attrezzatura essenziale: un tavolo, qualche sedia, una lavagna, una carta geografica.