Natività
Il fatto
Con natività si intende la nascita di Gesù dalla Vergine Maria assistita da san Giuseppe. Avvenne a Betlemme, un paese poco lontano da Gerusalemme, in un luogo, grotta o capanna, presumibilmente adibito a stalla (Luca, nel suo Vangelo, parla esplicitamente di «una mangiatoia»). Secondo un’antica tradizione apocrifa, basata sul Vangelo dello Pseudo Matteo, un bue e un asinello provvidero al riscaldamento del neonato. La data della natività è convenzionalmente fissata al 25 dicembre, esattamente nove mesi dopo che l’arcangelo Gabriele ebbe annunciato a Maria il concepimento di un bambino per opera dello Spirito Santo.
La parola
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo».
Dal Vangelo di Luca (2,1-7)
L'immagine
La grotta dove nasce Gesù qui diventa un’umile tettoia retta da sottili assi in legno; al di sotto si svolge la scena, teneramente umana: la levatrice sta porgendo a Maria, ancora distesa, il neonato in fasce.
La madre si gira di lato sul suo giaciglio per scambiare con il figlio uno sguardo carico di premura e di amore. Anche il bue e l’asinello sembrano osservarli, mentre Giuseppe si sta assopendo, con la testa poggiata al braccio, accanto a un piccolo gregge di proprietà dei due pastori di spalle.
In alto cinque angeli volano, quasi in agitazione per l’accaduto; il paesaggio circostante non presenta alcuna vegetazione.