Conflitti tra civiltà, religioni, ideologie
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Bambini affacciati a una piccola finestra di una baracca alla periferia di Milano; si legge la scritta "W Togliatti, Capo del Partito Comunista Italiano". Fotografia del 1945.

Il 10 dicembre 1945, divenne Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, segretario della Democrazia Cristiana (DC), l’organizzazione politica dei cattolici che, nel 1942-1943, era risorta dalle ceneri del Partito Popolare, disciolto dai fascisti nel 1926. A questo primo governo De Gasperi, parteciparono ancora i principali partiti di sinistra (vale a dire il Partito d’Azione, i socialisti e i comunisti). Il leader comunista Palmiro Togliatti, che svolgeva l’incarico di ministro della Giustizia, era convinto che in Italia non ci fossero assolutamente le condizioni per procedere ad un moto rivoluzionario, che sarebbe stato schiacciato dall’esercito alleato, come quello scoppiato, nel 1944, in Grecia. Togliatti, pertanto, impose al suo partito una linea politica di cautela e moderazione, che prese il nome di democrazia progressiva. In alternativa alla rivoluzione, tale impostazione proponeva la realizzazione di una serie di significative riforme in campo sociale e politico: nelle intenzioni di Togliatti, esse avrebbero inciso profondamente sulle condizioni di vita delle masse e permesso una loro maggiore partecipazione alla gestione dello Stato, in un’ottica autenticamente democratica.
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