Le riforme di Giolitti

Le riforme di Giolitti

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Giovanni Giolitti al lavoro

Tra il 1903 e il 1914 Giovanni Giolitti esercitò quasi ininterrottamente la carica di presidente del Consiglio. L’età giolittiana è caratterizzata da una serie di riforme che andarono a incidere su aspetti importanti della realtà sociale, politica ed economica del Paese. In campo sociale vennero approvate nuove leggi che obbligavano i datori di lavoro a concedere il riposo festivo. Venne inoltre fissato a 12 ore l’orario massimo di lavoro per le donne e a 12 anni l’età minima per il lavoro dei bambini. Altre importanti misure riguardavano la prevenzione degli infortuni sul lavoro e l’assistenza agli invalidi e ai lavoratori anziani. Inoltre, lo Stato acquistò le principali linee ferroviarie nazionali, riunendole in una nuova azienda pubblica. Il governo realizzò inoltre un piano per il risanamento finanziario dello Stato che fece della lira una delle monete più solide d’Europa. Infine nel 1912 venne approvata una nuova riforma elettorale che aumentò la base elettorale da 3 a 8 milioni di persone

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Giovanni Giolitti in una fotografia del 1911

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Operai al lavoro nelle Officine Breda, a Milano nel 1910. Le riforme di Giolitti favorirono al Nord un importante incremento della produzione industriale

Le riforme di Giolitti

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Le politiche di Giolitti aumentarono il divario tra il Nord e il Sud della Penisola. Qui l'agricoltura continuava a essere l'occupazione principale per la maggior parte della popolazione. Nella foto, contadini della campagna di Caserta, 1907-1913
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