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Legenda
La grotta di Chauvet, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’umanità, è protetta e non visitabile, ma è stata perfettamente duplicata e aperta al pubblico nel 2015.
Il “Ciclo dei cavalli” è uno dei dipinti più spettacolari della grotta. Le teste equine, con bocche, occhi, orecchie e criniere, sono del tutto realistiche.
I rinoceronti, gli animali più raffigurati della grotta, sono dipinti in gruppo nella Sala del Fondo e sono disegnati con carboncini e ocra gialla.
Gli animali ritratti sono oltre 500, opere datate tra i 32.000 e i 36.000 anni fa. È possibile ipotizzare che questo luogo fosse un importante centro di culto dell'epoca.
I leoni, anch’essi nella Sala del Fondo, sono dipinti mentre vanno a caccia di bisonti. È una pittura molto simile alla realtà.
Le figure hanno un dinamismo potente e la mancanza di definizione contribuisce a dare all'insieme un carattere quasi ipnotico. Gli animali sembrano uscire dalla roccia stessa o rientrarvi a seconda dei giochi di luce.
Descrizione
La Grotta di Chauvet si trova nel sud est della Francia e risale a 30.000 anni fa (Paleolitico). È costituita da varie sale e prende il nome dal suo scopritore. Scoperta nel 1994, è la più antica grotta dipinta al mondo.
Le pitture rupestri raffigurano diversi animali: orsi, rinoceronti, bisonti, leoni, cavalli, renne, cervi, disegnati in branco o in lotta tra loro.
Era una grotta sacra dedicata al culto degli animali; oltre a cacciarli per procurarsi il cibo, l’uomo primitivo li venerava perché li riteneva dotati di poteri particolari.
Descrizione
La Grotta di Chauvet si trova nel sud est della Francia e risale a 30.000 anni fa (Paleolitico). È costituita da varie sale e prende il nome dal suo scopritore. Scoperta nel 1994, è la più antica grotta dipinta al mondo.
Le pitture rupestri raffigurano diversi animali: orsi, rinoceronti, bisonti, leoni, cavalli, renne, cervi, disegnati in branco o in lotta tra loro.
Era una grotta sacra dedicata al culto degli animali; oltre a cacciarli per procurarsi il cibo, l’uomo primitivo li venerava perché li riteneva dotati di poteri particolari.


