Cacciata di Gioacchino dal Tempio
Il fatto
Gioacchino, giunto in tarda età senza prole, viene allontanato dal tempio di Gerusalemme dallo scriba Ruben, poiché non era consentito accedervi a chi non avesse procreato.
La parola
«Ora avvenne che in giorni festivi Gioacchino stava fra coloro che offrivano incenso al Signore, preparando le sue offerte al cospetto di Dio. Ma, avvicinandosi a lui, uno scriba del Tempio, di nome Ruben, gli disse: “Non ti è permesso stare tra coloro che offrono sacrifici a Dio, perché Dio non ti ha benedetto tanto da darti prole in Israele”. Allora, sentendosi svergognato alla presenza del popolo, si allontanò in lacrime dal Tempio del Signore, e non tornò a casa sua…».
Dal Vangelo dello Pseudo Matteo (2,1)
L'immagine
Con questa drammatica scena iniziano le Storie della Vergine. L’anziano Gioacchino, futuro padre della Madonna, con lo sguardo triste, è allontanato dal tempio ebraico e strattonato per il mantello da un sacerdote (perché il suo matrimonio con Anna non ha dato figli). Tra le mani stringe l’agnello dell’offerta, come se fosse il figlio che tanto aveva atteso.
Il tempio, rappresentato secondo i canoni architettonici del Duecento, presenta un ciborio (struttura a forma di baldacchino in genere posta sull’altare), retto da colonne corinzie tortili, e un pulpito, a cui si accede con una scaletta; all’interno di questa struttura un sacerdote sta benedicendo un personaggio probabilmente inginocchiato.
Esiste una differenza tra la struttura architettonica sulla sinistra e il vuoto verso cui Gioacchino è indirizzato, preludio delle sue vicende successive.