Sacrificio di Gioacchino
Il fatto
L’angelo annuncia a Gioacchino che Anna partorirà una figlia e lo esorta a offrire a Dio un sacrificio propiziatorio. Gioacchino immola un capretto e l’angelo vola via verso il cielo insieme al fumo del sacrificio.
La parola
«Disse l’angelo a Gioacchino: “Sappi che essa [Anna] dal tuo seme ha concepito una figlia. Questa starà nel Tempio di Dio e lo Spirito Santo riposerà in lei; e la sua beatitudine sarà superiore a quella di tutte le sante donne […]. Perciò scendi dai monti e ritorna da tua moglie, e la troverai che ha una creatura nel ventre: infatti Dio ha suscitato in lei un germe di vita (perciò rendi ringraziamento a Dio) e questo germe sarà benedetto, ed essa stessa sarà benedetta e sarà costituita madre di benedizione eterna. […] Quello che volevi dare a me, offrilo in olocausto a Dio”. […] E avvenne che, mentre Gioacchino offriva il sacrificio a Dio, insieme con l’odore del sacrificio, o per meglio dire col fumo, l’angelo volò fino al cielo».
Dal Vangelo dello Pseudo Matteo (3,1-3)
L'immagine
La scena è ambientata sugli aridi monti dove Gioacchino si era rifugiato; parte del gregge sta brucando i rari arbusti (alcuni con addirittura i dettagli dei petali) e altri animali sono accovacciati per riposarsi.
Gioacchino è inginocchiato, proteso verso l’altare su cui rimane lo scheletro dell’agnello sacrificale. In alto si scorge la mano di Dio che indica che il sacrificio è ben accetto.
Alle spalle di Gioacchino, sulla sinistra della scena, un pastore congiunge le mani e alza lo sguardo in segno di adorazione verso l’accaduto; a destra l’angelo, avvolto in un ampio manto bordato d’oro, parla con Gioacchino e lo benedice.