SEI Editrice
LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI - A cura di Enrico Badellino
 

Sogno di Gioacchino


Il fatto

È ormai quasi notte e Gioacchino è ancora incerto se ritornare da sua moglie a Gerusalemme. Colto da un sonno improvviso e profondo, l’angelo gli compare in sogno e gli annuncia la prossima paternità, sollecitandolo a fare ritorno a casa. Al risveglio Gioacchino racconta il sogno ai pastori, i quali lo esortano a porre fine agli indugi e si avviano insieme a lui verso casa.


La parola

«E mentre Gioacchino era ancora in dubbio in cuor suo se dovesse ritornare, accadde che fu colto dal sonno ed ecco l’angelo che gli era apparso da sveglio gli apparve in sogno, dicendo: “Io sono l’angelo che ti è stato dato da Dio come custode: discendi senza timore e ritorna da Anna, poiché le opere di misericordia che tu e tua moglie Anna avete fatto sono state riferite al cospetto dell’Altissimo e una tale prole vi è stata data, quale mai, fin dall’inizio, ebbero né profeti né santi, e mai avranno”. E allora, quando Gioacchino si svegliò dal sonno, chiamò a sé i suoi pastori e raccontò loro il suo sogno. Ed essi adorarono il Signore, e gli dissero: “Guardati dal trascurare ancora gli ordini dell’angelo di Dio; ma levati e partiamo”».
Dal Vangelo dello Pseudo Matteo (3,4)

L'immagine

Dopo aver compiuto il sacrificio, Gioacchino, addormentato davanti all’ovile, sogna un angelo che gli annuncia la prossima nascita della figlia Maria. La figura del protagonista sembra quasi scolpita nel mantello, che ne svela la posizione. Quella dell’angelo, che plana dal cielo, crea una sorta di simmetria con il profilo della roccia sottostante.
I due pastori, uno con il cappello, che si appoggia alla stampella, l’altro con il cappuccio della veste sul capo, vegliano sul gregge e osservano la scena divina; anche il cane, seppur accucciato, percepisce l’evento soprannaturale.

© SEI - Società Editrice Internazionale p.a. - Torino