SEI Editrice
LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI - A cura di Enrico Badellino
 

Incontro alla Porta Aurea


Il fatto

Gioacchino, accompagnato dai pastori, si avvia verso casa e, dopo un lungo cammino, giunge alle porte di Gerusalemme. Anna, avvertita da un angelo, gli va incontro fino alla Porta Aurea, dove marito e moglie possono finalmente riabbracciarsi. La felicità per l’esaudirsi del loro desiderio si estende a tutto il popolo d’Israele.


La parola

«Quando già camminavano da trenta giorni ed erano ormai vicini, ad Anna, che stava pregando, apparve un angelo del Signore e le disse: “Va’ alla porta che si chiama Aurea e fatti incontro a tuo marito, perché oggi egli verrà da te”. Ed ella prontamente vi si recò con le sue serve, e stando in attesa proprio sulla porta, si mise a pregare. Già aspettava da tanto tempo ed era sconfortata di così lunga attesa, quando alzando gli occhi vide Gioacchino che arrivava con le sue bestie, e correndogli incontro Anna si appese al suo collo, ringraziando Dio e dicendo: “Ero vedova, ed ecco non lo sono più; ero sterile, ed ecco ho concepito”. E ci fu grande gioia fra tutti i suoi vicini e conoscenti, tanto che tutta la terra di Israele si rallegrò a quella notizia».
Dal Vangelo dello Pseudo Matteo (3,5)

L'immagine

Secondo la predizione dell’angelo, Anna e Gioacchino, futuri genitori della Vergine, si sarebbero incontrati sotto la Porta Aurea di Gerusalemme, rappresentata da due torrioni messi in comunicazione da un muro merlato.
I corpi dei due protagonisti prendono volume grazie all’ampiezza delle loro vesti; le loro figure, unite dall’abbraccio, formano un arco, ripreso dall’arco della porta.
A sinistra un pastore è tagliato dal dipinto, come se Giotto volesse dimostrarci l’enormità della vicenda, di cui si vede soltanto una parte.
In contrapposizione alle donne al seguito di Anna, tutte rivolte verso sinistra, si trova una figura femminile (forse una vedova) avvolta in un manto nero.

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