La corona di spine
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo».
Giovanni 18, 33-37
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono intorno tutta la coorte. Spogliato, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei».
Matteo 27, 27-29
Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: «Il regno del mondo appartiene al signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli». Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo: «Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo regno. Le genti ne fremettero, ma è giunta l’ora della tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra».
Apocalisse 11, 15-18
Michelangelo sembra seguire soprattutto il dettato del vangelo di Giovanni, che riporta il dialogo di Gesù con Pilato, il quale gli chiede esplicitamente se lui sia «il re dei Giudei». La risposta è affermativa: «Tu lo dici; io sono re», ma con una fondamentale precisazione: «Il mio regno non è di questo mondo». La corona di spine qui raffigurata rappresenta la trasformazione di uno strumento di tortura in simbolo di vittoria e di riscatto dalla sofferenza e dalla morte. Del resto, se osserviamo la posizione degli angeli con la corona nel contesto del
Giudizio, sembra proprio che questi si dirigano in direzione di Gesù, vero re vincitore che giudica gli uomini.