La facciata
La chiesa in origine era chiamata Sant’Aura in strada Iulia, in memoria del martire di Ostia,
e vi era annesso un monastero di monache. Nel 1572, ridotta in rovina, fu affidata alla Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani,
che la ricostruì su disegno dell’architetto Domenico Fontana (1543-1607) e la dedicò allo Spirito Santo. Nel Settecento fu poi rivista
da Carlo Fontana (1638-1714) e nell’Ottocento da Antonio Cipolla (1822-1874).
Sulla facciata, in stile neorinascimentale, campeggia un grande affresco raffigurante lo Spirito Santo in Gloria, opera di Pietro Gagliardi (1809-1890).
L'interno
L’interno è in stile barocco, a navata unica e con le cappelle laterali. La chiesa è nota soprattutto
come “Pantheon” degli ultimi sovrani delle due Sicilie, morti in esilio: dal 1934 al 1984 (anno in cui, con una solenne cerimonia,
furono traslate nella basilica di Santa Chiara a Napoli) ospitò, infatti, le salme di Francesco II delle Due Sicilie,
della regina Sofia e della loro unica figlia, Maria Cristina Pia.
La cupola
Nella cupola sopra l’altare maggiore un bellissimo affresco di Giuseppe Passeri (1654-1714) raffigura la Santissima Trinità.
Tra il patrimonio artistico della chiesa vi è il monumento funebre del cardinale Giovanni Battista De Luca, opera tardobarocca dello scultore
Domenico Guidi (1625-1701), e il Martirio di San Gennaro, patrono di Napoli, di Luca Giordano (1634-1705).
Recentemente, nel 2005, è stato inserito il grande crocifisso di Antonio Nocera (1949), artista originario di Caivano.
La Pentecoste
Nell’Ottocento la chiesa era trascurata, in stato di abbandono e con uno scarso numero di fedeli,
ma il nuovo rettore della chiesa, san Vincenzo Pallotti (1795-1850), seppe far fronte a questa situazione difficile,
fece restaurare la chiesa e nel giro di pochi anni ne risollevò le sorti.
Risale a questo periodo l’affresco di Pietro Gagliardi raffigurante la Pentecoste.
Lo Spirito Santo
Nel corso del Novecento la chiesa cadde di nuovo in decadenza e fu chiusa per circa trent’anni
a causa di gravi infiltrazioni d’acqua. Nel 1980 il nuovo rettore, Natalino Zagotto, iniziò il restauro dell’edificio.
Grazie a un radicale intervento di consolidamento strutturale, la chiesa ritornò all’antico splendore.
Nel Natale del 1986 fu riaperta al culto per rinascere a nuova vita.
La facciata
L'interno
La cupola
La Pentecoste
Lo Spirito Santo
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