Nel 1621 un gruppo di frati francescani spagnoli, in occasione della beatificazione di Isidoro, decisero di realizzare un centro per la loro vita comunitaria. Un anno dopo diedero inizio alla costruzione della chiesa e di un convento con annesso chiostro. Dopo due anni, però, chiesa e convento passarono ai francescani irlandesi, che fuggivano dalla loro patria perché perseguitati dai protestanti inglesi, e che ancora oggi ne sono i proprietari.
La chiesa venne costruita da Antonio Felice Casoni (1559-1634) e Domenico Castelli (1582-1657). La facciata è settecentesca ed è preceduta da una scalinata a doppia rampa di Carlo Francesco Bizzaccheri (1656-1721).
L'interno, a croce latina, ha un’unica navata e la volta a botte, due cappelle laterali per lato e due cappelle ai lati del presbiterio; in essa emergono in modo particolare le opere di Carlo Maratta (1625-1713), tra cui le storie della vita di san Giuseppe, nella prima cappella a destra. All'altare maggiore spicca l’opera di Andrea Sacchi (1599-1661) che raffigura Sant'Isidoro e la Vergine Maria col Bambino.
La cappella è un bell'esempio di barocco romano. Progettata da Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), fu poi realizzata tra 1661 e 1663 dai suoi collaboratori Pietro Paolo Naldini e Giulio Cartari e affrescata da Carlo Maratta (1625-1713).