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Basilica Papale di Santa Maria Maggiore

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Per trovare l’origine della basilica bisogna risalire, secondo la tradizione al 358 d.C., quando la Madonna, apparsa a papa Liberio, fece scendere il 5 agosto una miracolosa nevicata sul colle Esquilino, esortando a costruire una chiesa proprio all’interno del perimetro tracciato dalla neve. L’attuale basilica, luogo privilegiato del culto e della devozione alla Vergine Maria, risale però al V secolo: fu proprio all’interno di questa, oggi presa in grande riferimento dalla comunità slovena a Roma, che nel Natale dell’867 i due fratelli Cirillo e Metodio furono accolti da papa Adriano II. In quella occasione il pontefice approvò solennemente l’uso dei libri liturgici in lingua slava.

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La facciata è stata realizzata in occasione dell’Anno Santo 1750 dall’architetto fiorentino Ferdinando Fuga (1699-1782); su di essa spicca la Loggia delle Benedizioni, caratterizzata da uno slanciato motivo ad arco di trionfo. Il campanile, con la sua altezza di 75 metri, è il più alto di Roma.

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Santa Maria Maggiore è l’unica tra le maggiori Basiliche paleocristiane a Roma ad aver mantenuto intatto il suo aspetto originario. L’interno è a tre navate: quella centrale è percorsa dal pavimento cosmatesco, mentre il colonnato in marmo proviene da magazzini antichi e da edifici di culto pagani demoliti in età cristiana. Il soffitto a cassettoni in legno dorato è stato disegnato da Giuliano e Antonio da Sangallo, che operarono nella seconda metà del XV secolo.

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La navata centrale e l’abside sono decorate con cicli di mosaici, risalenti al V secolo, che raffigurano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

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La basilica, nel corso degli anni, subì numerosi interventi architettonici di ampliamento, sistemazione e abbellimento, con la creazione di preziose cappelle laterali volute da vari pontefici e cardinali. In particolare, la splendida Cappella Sforza fu progettata da un ormai vecchissimo Michelangelo (1475-1564).

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Nella Cappella Paolina è custodita la più importante icona della Madonna, la Salus Populi Romani, oggetto di particolare devozione. La tavola in legno di cedro mostra la Madonna in piedi a mezza figura con il Bambino in braccio.

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Un reliquiario di cristallo a forma di culla, progettato nel 1802 da Giuseppe Valadier (1762-1839), custodisce cinque asticelle in legno di sicomoro, parte della mangiatoia in cui venne deposto Gesù alla nascita.

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La basilica custodisce il più antico presepe della storia dell’arte, opera in marmo del 1290 di Arnolfo di Cambio (1245-1302 circa).