Il Palazzo dei Papi
Il
Palazzo dei Papi di Avignone è il simbolo dell’influenza politica della Chiesa sull’Occidente cristiano nel XIV secolo.
Edificato a partire dal
1335, è soprattutto opera di due papi,
Benedetto XII e il suo successore
Clemente VI.
L’imponente edificio, un po’ fortezza militare un po’ residenza signorile, è formato da
due nuclei. Il cosiddetto
“palazzo vecchio” fu fatto erigere da Benedetto XII e ha un aspetto sobrio; il secondo, il
“palazzo nuovo”, è più maestoso.
Clemente VI volle un palazzo di
rappresentanza, pertanto la pianta fu resa più armoniosa, l’ingresso fu munito di
guglie e si costruì una nuova
cappella, detta “clementina”, nonché una
sala per le udienze.
Il
gioiello del complesso è rappresentato dallo
studiolo del pontefice, che unisce gli appartamenti privati all’ala sud.
Conosciuta come la
“camera del Cervo”, questa stanza è decorata con affreschi e pittura a secco: le pareti mostrano scene legate ad attività
profane, come la caccia al cervo, la falconeria e la pesca (segno dell’amore del Papa per gli svaghi) e alla
vita di corte. Non sono presenti soggetti religiosi e raffigurazioni tratte dalle Sacre Scritture. Queste decorazioni sono inoltre legate all’uso di rivestire le pareti con
arazzi a motivi vegetali, una moda molto diffusa nella Francia del XIV secolo. Il gusto e la tradizione francese sono, insomma,
fondamento del periodo avignonese del papato.
Oggi abbiamo solo una
vaga idea della magnificenza che doveva avere il Palazzo dei Papi. Già nel Medioevo vennero distrutti alcuni affreschi, ma i danni più gravi sono legati al periodo della
Rivoluzione francese, quando il Palazzo, adibito a carcere, venne
devastato in più parti e privato di molte suppellettili.