La via degli abati fra Pontremoli e Bobbio
La
Via degli Abati è la strada che i monaci di Bobbio percorrevano per andare a Roma fra il VII e l’VIII secolo, prima che il tratto di Monte Bardone assumesse il ruolo fondamentale che l’ha reso famoso come “via Francigena”.
Il
monastero di Bobbio, fondato da san Colombano nel 613, ha costituito per lungo tempo un indiscusso centro politico, culturale e religioso per tutta l’Italia settentrionale. Quello di Bobbio era collegato ad altri monasteri, fra cui quello di San Giovanni a Pontremoli. Gli abati di Bobbio erano personaggi di grande importanza e la loro provenienza era internazionale e di alto rango (è stato abate a Bobbio anche un cugino di Carlo Magno).
Il Monastero estese la sua influenza e i suoi possedimenti in tutta l’alta Italia fino al X secolo: la potenza economica di Bobbio suscitò forti interessi e lotte fra i Comuni e i vescovi. La contesa per il potere su Bobbio ebbe fine quando il monastero fu sottoposto all’autorità del vescovo.
La Via degli Abati era utilizzata anche dai
viaggiatori irlandesi che nel pellegrinaggio a Roma inserivano una sosta proprio a Bobbio per visitare la tomba del loro compatriota, san Colombano.
La Via degli Abati consentiva viaggi veloci e abbastanza sicuri. Il percorso era suddiviso in due tratti:
Bobbio - Boccolo dei Tassi – Bardi e Bardi –
Pontremoli.
A
Boccolo dei Tassi esisteva l’ospizio di San Pietro. Alcuni resti di questo edificio sono stati recentemente ritrovati.
A
Borgotaro il monastero di Bobbio possedeva una corte (fattoria) che contribuì alla gestione del ponte sul fiume.
Oltre Borgotaro, la strada si divideva in
due tronconi: la via del Bratello e la via del Borgallo, che Pontremoli utilizzava per far passare le soldatesche che non erano gradite in città.
Su questo tracciato, presso la chiesa di Valdena, si trova una statua che raffigura un pellegrino con mantellina, bordone e conchiglia, segno distintivo del pellegrinaggio a Santiago. La via è ancora oggi transitabile e lungo il percorso si trovano segni della sua importanza nel Medioevo.