Architettura delle abbazie
San Benedetto, diffusore del monachesimo, concepì l’idea del monastero come una
Città di Dio, nella quale il monaco potesse trovare l’ambiente ideale per coltivare la vita dello spirito. Queste le sue indicazioni: "
Il monastero, se è possibile, sia costruito in modo da avere al proprio interno tutte le cose necessarie, cioè l’acqua, il mulino, l’orto e le strutture per le varie attività di lavoro, così che i monaci non abbiano bisogno di uscire fuori, cosa che non giova alle loro anime."
Benedetto non lasciò indicazioni architettoniche, ma le abbazie benedettine (e non solo quelle benedettine) incorporano i suoi precetti.
Secondo la regola benedettina, l’attività del monaco doveva essere dedicata tanto alla preghiera quanto al lavoro. In più, secondo san Benedetto, per l’anima dei monaci la vita fuori dall’abbazia non era salutare. Di conseguenza l’abbazia doveva consentire al monaco di lavorare prima di tutto per alimentare la salvezza dell’anima, ma in pratica anche per consentire alla comunità di sopravvivere autonomamente, isolata dal mondo esterno.
Ogni abbazia, fin dalle origini, fu caratterizzata da alcuni
elementi architettonici ricorrenti:
La chiesa: è il centro vero e proprio del culto. I monaci vi si riuniscono sette volte al giorno per sette diverse preghiere, che compongono la liturgia delle ore. Nella Bibbia è scritto “
sette volte al giorno io ti lodo”. Nel medioevo il computo del tempo non era basato su ore di uguale durata. Per esempio, nella stagione estiva le ore del giorno erano più lunghe. In base alla scansione di origine latina del giorno, si indicano anche alcune delle preghiere che vanno recitate in corrispondenza di quel momento della giornata. L’elenco completo delle preghiere della liturgia delle ore comprende: mattutino (nella notte), lodi, prima, terza, sesta, nona, vespro, compieta.
La biblioteca: spesso dotata di uno scriptorium, era un luogo di lavoro, oltre che di formazione culturale.
Il refettorio: qui vengono serviti i pasti. Ma anche questo è un luogo in cui viene nutrito lo spirito: a turno i monaci leggono ad alta voce passi di testi sacri.
Il dormitorio: normalmente si tratta di un’unica stanza, in cui tutti i monaci dormono assieme.
Il chiostro: si tratta di una costruzione tipica dei monasteri benedettini, poi divenuta comune in monasteri di altri ordini. Sotto il profilo strutturale è un’area centrale scoperta circondata da corridoi coperti. Siccome la parola chiostro deriva da
claustrum, che in latino significa
serratura, è diventato l’elemento simbolo dell’isolamento dei monaci rispetto al mondo esterno.
La foresteria: si tratta della zona dell’abbazia destinata a ospitare persone esterne alla comunità, che quindi devono essere alloggiate in un ambiente del tutto separato da quello che ospita i monaci. Nel corso del tempo, con il diffondersi dei pellegrinaggi e il crescente aumento di viandanti a cui dare asilo, molte foresterie divennero veri e propri Spedali.
I magazzini: per la gestione dei prodotti del lavoro, ma anche delle attrezzature, il magazzino e la sua gestione hanno un ruolo centrale nel garantire l’autonomia dell’abbazia.
Altri elementi architettonici, come mulini o cinte murarie, si possono trovare nelle abbazie a seconda delle particolari condizioni storiche e logistiche.
In molte abbazie, per esempio, c’era la farmacia. Questo spazio comprendeva l’infermeria, dove venivano curati i monaci malati e i viandanti, e il
giardino dei semplici, un orto dove si coltivavano particolari
erbe officinali. Qui si sono fatte scoperte ancora in uso, come l’aggiunta del
luppolo alla birra. I monaci ottimizzarono la qualità della bevanda introducendolo come aromatizzante e la diffusero in tutta Europa. Attualmente in Belgio ben sei abbazie benedettine producono birre di grande qualità. Queste sono dette “
birre trappiste” dal nome dei frati
trappisti che le producono, secondo l’antica ricetta benedettina.
L’abbazia di Montecassino fu fondata nel 529 da san Benedetto stesso. Nel corso dei secoli ha subito molte distruzioni e altrettante ricostruzioni. Nel medioevo fu un centro di cultura. Nel febbraio del ‘44 fu distrutta da un bombardamento delle forze alleate. Vi trovarono la morte numerosi civili che si erano rifugiati all’interno dell’edificio. La ricostruzione avvenuta nel dopoguerra ha fedelmente riprodotto l’architettura preesistente.