La tomba di Pietro
L’Apostolo
Pietro arrivò a Roma probabilmente nell’anno 41, durante il governo dell’imperatore Claudio.
Nel 64, secondo la testimonianza di
Clemente Romano (Ad
Chorinthios, 1, 56), Pietro subì il martirio per crocifissione nel circo di Nerone, sul colle Vaticano. Lo storico
Eusebio di Cesarea racconta che Pietro, non considerandosi degno di morire come Gesù, chiese di essere crocifisso con il capo rivolto verso terra.
Vicino al luogo del martirio e sulla sua tomba, nel II secolo fu costruito un “
tropaeum” cioè un
monumento a ricordo. Secondo la tradizione, l’imperatore Costantino, all’inizio del IV secolo, fece erigere sul quel luogo una grande Basilica, consacrata da papa Silvestro I nel 326. L’altare maggiore era situato proprio sopra la tomba dell’Apostolo; questa posizione fu conservata in tutte le fasi di ampliamento e ricostruzione.
Nel 1506, papa Giulio II fece progettare la nuova basilica, consacrata nel 1626.
Gli scavi fatti fare da Pio XII confermarono che la tomba di san Pietro è ancora sotto l’altare della "
Confessione". L’archeologa ed epigrafista
Margherita Guarducci, nel 1965 identificò la tomba e le ossa di Pietro, decifrando i graffiti (nella tomba si legge
petros enì, "
Pietro è qui"). Il 26 giugno 1968, Paolo VI confermò pubblicamente l’identificazione delle ossa di Pietro.