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Legenda
Il 20 settembre 1792, gli eserciti francesi sconfissero a Valmy l’esercito prussiano. La battaglia di Valmy fu un episodio di grande significato, non solo perché fu la prima vittoria dell’esercito francese dopo ripetute sconfitte dall’inizio della guerra, ma soprattutto perché servì ad arrestare l’avanzata prussiana.
L’esercito francese, rincuorato dalla vittoria di Valmy, riportò numerosi successi in Savoia, in Belgio e lungo il Reno. Nella Convenzione prese perciò campo la teoria dell’«esportazione» della rivoluzione e fu avviata una politica di annessioni che prevedeva la conquista dei territori fino alle frontiere naturali del Reno e delle Alpi (cioè il Belgio e la Savoia), con lo scopo di liberare questi Paesi dai regimi assoluti.
La scelta di imporre la rivoluzione con la guerra, però, ebbe effetti negativi. Molti sovrani stranieri incominciarono a temere per la sorte del loro trono e si unirono all’Austria e alla Prussia nella guerra contro la Francia. Sorse così – per iniziativa dell’Inghilterra – la prima coalizione (1793-95), un’alleanza antifrancese alla quale aderirono, oltre all’Inghilterra, la Prussia, l’Austria, la Russia, la Spagna, il Regno di Sardegna, il Granducato di Toscana, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli.
La coalizione, nel corso del 1793, risultò vittoriosa e riuscì a togliere alla Francia le terre
di recente annessione.
In Vandea, nel 1793, i contadini diedero vita a un enorme e violento movimento armato controrivoluzionario. Erano delusi dagli scarsi progressi economici e sociali della rivoluzione e non accettavano la politica anticlericale che andava contro le loro radicate tradizioni religiose.
Ai contadini si unirono nella protesta i nobili e gran parte del clero. La ribellione dei vandeani si protrasse per alcuni anni e contribuì a indebolire i governi rivoluzionari.
Il caso della Vandea fu il segno più evidente della frattura fra i contadini e la rivoluzione.
Descrizione
Da tempo la Prussia e l’Austria avevano dichiarato la propria disponibilità a intervenire in favore di Luigi XVI: la Francia si sentì minacciata da una congiura internazionale controrivoluzionaria e l'Assemblea legislativa, nell'aprile del 1792, dichiarò l'entrata in guerra. Del resto, anche il re voleva la guerra nella speranza che la Francia rivoluzionaria fosse sconfitta e che gli Stati assolutistici ripristinassero l’Antico regime.