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    Legenda

    L’8 giugno 1972 il villaggio di Trang Bang a 40 km a nord di Saigon venne colpito da bombe al napalm sganciate dall’aviazione di Saigon comandata dagli Americani. L’obiettivo era quello di stanare i Vietcong che si riteneva fossero nascosti nel villaggio.

    Dopo 20 minuti cominciarono ad apparire bambini e donne in fuga. Nessun Vietcong. La piccola di nove anni, Phan Thi Kim Phuc, corre con i suoi fratelli. Si è strappata i vestiti in fiamme di dosso. Capelli, collo, schiena e braccio sinistro sono bruciati dal napalm.

    Il dolore è fortissimo, la bambina perde i sensi. Nick Ut smette di fotografare e la porta in ospedale. Poi la assiste fino a che non la operano. Nel 2000, Kim Phuc, alla presenza della regina Elisabetta, ringrazierà pubblicamente il fotografo per averle salvato la vita.

    Descrizione

    Il napalm è una miscela gelatinosa utilizzata per la costruzione di bombe incendiarie e per alimentare i lanciafiamme. Venne usato durante la guerra del Vietnam dagli Americani per disboscare le fitte foreste vietnamite così da stanare i vietcong, ma fu sovente lanciato anche sui villaggi contadini e sulla popolazione civile. Questa foto, scattata l’8 giugno 1972 dal fotografo vietnamita Nick Ut, è diventata il simbolo delle atrocità commesse sui bambini di tutte le guerre. Documenta l’uso del napalm sulla popolazione civile e i suoi terribili effetti. Una bambina nuda corre verso di noi. Cerca aiuto, è disperata! Non sentite anche voi le sue urla?

    Note

    Vietnam: la bambina simbolo delle atrocita'

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