STORIA E STORIE DIMENTICATE - VOLUME 3
  
                            

STORIOGRAFIA
LA DIFFUSIONE DELL’ANTISEMITISMO TEDESCO

Lo stereotipo di una Germania con un consolidato antisemitismo di massa che preparò e favorì l’ascesa di Hitler, e quindi lo sterminio degli Ebrei, viene qui smentito. In realtà i risultati elettorali dei partiti antisemiti nel periodo imperiale non confermano affatto una diffusione così radicata dell’odio verso gli Ebrei: l’analisi dell’autore ci presenta la Germania guglielmina non più antisemita della Francia del processo Dreyfus o dell’Austria.

Cosa hanno ottenuto gli antisemiti del periodo imperiale e nel periodo imperiale? A nostro parere, la risposta è: molto meno di quanto speravano, molto più di quanto potevano immaginare. Il molto più si riferisce al progetto (cioè all’elaborazione di teorizzazioni antisemite), il molto meno riguarda invece l’esperimento, cioè il tentativo di mettere in pratica queste teorizzazioni nell’epoca imperiale. [...] Il bilancio dell’antisemitismo nel periodo imperiale è duplice: da un lato c’è il fallimento elettorale, dall’altro c’è la penetrazione nella società. Sono aspetti complementari e contemporanei, che però proprio per questo non possono essere usati uno contro l’altro. Se è vero che il fallimento elettorale non esclude la penetrazione nella società, è anche vero che questo processo di penetrazione non è tale da annullare la sconfitta elettorale. Le meritorie ricerche di Werner Jochmann hanno spostato l’attenzione dalle vicende elettorali dell’antisemitismo alla sua penetrazione nella società. Gli importanti risultati ottenuti da questa tendenza storiografica non possono però portare sino al punto di ignorare la sconfitta elettorale per concentrarsi soltanto sulla diffusione dell’antisemitismo nella società. Le varie associazioni – dal Bund der Landwirte sino all’Alldeutscher Verband – sono importanti in quanto trasmettitori di tematiche antisemite, ma non sino al punto da diventare rappresentative dell’intera società tedesca. Vedere l’intera società tedesca dell’epoca attraverso il filtro di un capillare, pervasivo e onnipresente antisemitismo, è semplicemente eccessivo. [...] I tanti fallimenti elettorali non sono un incidente di percorso sulla via maestra di una graduale, costante, inarrestabile penetrazione dell’antisemitismo nella società tedesca. La sensazione di fallimento diffusa tra gli antisemiti negli anni immediatamente precedenti alla guerra non è soltanto il lamento di chi sperava troppo e troppo presto, ma anche la realistica constatazione di una sconfitta. E così non è soltanto un’unica, grande illusione il convincimento di gran parte dell’ebraismo tedesco dell’epoca, che spesso avverte le difficoltà e i pericoli, ma li inserisce e li valuta in un quadro complessivo che presenta molti altri elementi di segno opposto e di efficacia ben maggiore. Lo Stato autoritario d’anteguerra – che è ancora in grado di limitare l’azione dei movimenti di massa e comunque ogni slittamento verso azioni violente – non è l’ultimo, unico diaframma che si interpone tra una minoranza continuamente minacciata ed una popolazione di oltre 67 milioni di abitanti che attende o addirittura prepara la resa dei conti con il nemico interno. La crescita reale di un antisemitismo al cui interno si costituisce anche un filone eliminazionista già in periodo imperiale, non trasforma tutta la Germania imperiale in una terra promessa dell’antisemitismo [...]. La storia dell’antisemitismo nel periodo imperiale è davvero la storia di una lunga marcia, ma appunto nel senso storicamente corretto e non propagandistico del termine, cioè un percorso complesso che comprende un momento organizzativo con alcuni risultati importanti, una lunga ritirata a seguito della sconfitta [all’inizio del XX secolo, n.d.r.] e il raggiungimento del successo in un quadro storico radicalmente cambiato in conseguenza della guerra mondiale. [...]
L’antisemitismo del periodo imperiale non è certo un fenomeno superficiale o transitorio, ma per spiegare l’avvento di Hitler non c’è bisogno di immettere nella società tedesca d’anteguerra più antisemitismo di quello realmente presente. Semmai, sarebbe auspicabile che la ricerca storica sulla diffusione dell’antisemitismo nella società tedesca approfondisse maggiormente il periodo della Repubblica di Weimar, in particolare con l’analisi delle strategie, dei percorsi (diretti e indiretti) e dei modelli usati dall’antisemitismo (non solo nazista) e della loro effettiva ricezione nella società tedesca del dopoguerra. [...] È stato autorevolmente affermato che la penetrazione dell’antisemitismo nella società tedesca non è stata affatto superiore rispetto ad altri paesi. George Mosse ha più volte ricordato che nel 1914 i contemporanei avrebbero indicato semmai la Francia come paese più promettente per lo sviluppo dell’antisemitismo. Pierre Birnbaum ha ricostruito proprio l’ondata antisemita che percorre la Francia nel 1898: «Pogrom sans victime, le moment antisémite fait pourtant vaciller la France» [«Pogrom senza vittime, il momento antisemita fa comunque vacillare la Francia»]. David Blackbourn inizia il suo bilancio dell’antisemitismo tedesco di quel periodo partendo da questa constatazione: «Guardando la società europea nel 1914, ci sarebbe voluta una grande immaginazione per indicare  la Germania come futuro protagonista del genocidio contro gli Ebrei. Candidati più probabili sarebbero sembrati la Russia zarista, con i suoi pogrom incoraggiati dal governo, i paesi asburgici e persino la Francia». [...] I risultati raggiunti dagli antisemiti tedeschi sono importanti e realmente premonitori, ma già un paragone tra il movimento berlinese e quello viennese evidenzia una differenza notevole. Mentre a Berlino gli antisemiti perdono tutte le sfide decisive, a Vienna nell’aprile 1897 diventa sindaco l’antisemita Karl Lueger, che verrà confermato nell’incarico sino al 1910 ed il cui partito assunse poi un ruolo predominante anche a livello nazionale.

(Fonte: M. Ferrari Zumbini, Le radici del male. L’antisemitismo in Germania da Bismarck a Hitler, Bologna 2001)

Comprendere
- Il bilancio degli antisemiti nel periodo imperiale riguarda due aspetti: quali?
- Perché secondo l’autore è eccessivo considerare la società tedesca del periodo imperiale pervasa da un profondo antisemitismo?
- Quando l’antisemitismo ha raggiunto il successo e in conseguenza di che cosa?
- Che cosa ha affermato George Mosse riguardo la diffusione dell’antisemitismo in Germania in rapporto agli altri paesi europei?

Contestualizzare
- C’è una relazione fra l’affermazione del nazionalismo e la diffusione dell’antisemitismo? Il nazionalismo tedesco ebbe delle particolarità?
- Che cosa si intende con «razzismo»? Chi elaborò teorie razziste alla fine del XIX secolo? Su che cosa erano fondate?
- In che cosa consisteva il mito del popolo, il Volk, in Germania?

Rielaborare, discutere, interpretare
Nel testo storiografico si afferma che alla fine dell’Ottocento era piuttosto la Francia a manifestare segni evidenti di antisemitismo: quale caso giudiziario scosse le coscienze francesi? Come andarono i fatti riguardo questo caso giudiziario?


                            


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