STORIOGRAFIAKRONSTADT, LA CITTÀ DELLE RIVOLUZIONIProtagonisti nel 1905, poi eroi della rivoluzione d’ottobre, i marinai e gli operai di Kronstadt furono tra i primi a ribellarsi alla dittatura: volevano che tutto il potere fosse dei soviet, non del partito. Un tentativo finito in tragedia.
La base navale di Kronstadt si trova sull’isola di Kotlin, nel golfo di Finlandia, a circa 20 chilometri da San Pietroburgo. Lo zar Pietro il Grande la fece costruire nel 1703, per proteggere la nuova capitale da lui voluta. Kronstadt era un importantissimo porto militare e una fortezza inespugnabile, difesa da possenti bastioni e dall’artiglieria.
I marinai di Kronstadt erano sottoposti a una disciplina severissima; proprio il loro malcontento fu alla base della ribellione del 1905. Nell’ottobre di quell’anno, infatti, i soldati si ammutinarono (in giugno c’era stato l’ammutinamento della corazzata Potëmkin a Odessa, sul Mar Nero). Essi lamentavano il rancio pessimo, i maltrattamenti, le umiliazioni e le eccessive punizioni a cui erano sottoposti da parte degli ufficiali: dunque si trattò essenzialmente di una rivolta apolitica. All’ammutinamento partecipò la maggior parte dei soldati di Kronstadt; moltissimi furono arrestati e processati ma nessuno venne condannato a morte.
Tale clemenza fu dovuta al desiderio del governo zarista di minimizzare la rivolta, avvenuta in concomitanza con gli scioperi e le manifestazioni di San Pietroburgo, che lo impensierivano in misura sicuramente maggiore.
Nel 1909 venne nominato governatore della base di Kronstadt l’ammiraglio Viren, che impose una disciplina se possibile ancor più rigorosa. Nel 1917 egli fece di tutto per evitare che a Kronstadt si estendesse la rivoluzione di febbraio, ma invano. In tutti i reparti esplosero le rivolte e la prima vittima fu proprio lui, il terribile ammiraglio. L’1 marzo i soldati trascinarono Viren in piazza, davanti alla folla, gli strapparono le spalline dell’uniforme e lo accusarono pubblicamente di aver governato Kronstadt con sistemi barbari e brutali. Poi lo fucilarono.
Nelle settimane successive anche a Kronstadt, come nel resto della Russia, si formò un soviet dei rappresentanti degli operai e uno dei rappresentanti dei soldati.
I marinai della base navale di Kronstadt durante la ribellione del 1921.La struttura amministrativa e di comando della base di Kronstadt, distrutta dalla rivoluzione, venne ricostruita applicando il principio elettivo: tutte le cariche militari e civili furono ricoperte da uomini scelti attraverso elezioni democratiche, a cui parteciparono operai, soldati, marinai. I componenti del soviet dichiaravano: «Così, compagni, saremo uniti e solidali. A ranghi serrati avanzeremo sulla via di grandi conquiste che porteranno alla repubblica democratica ».
I soldati di Kronstadt ebbero un ruolo fondamentale nella rivoluzione d’ottobre. Più di 5000 marinai partirono alla volta di Pietrogrado, gridando quello che sarebbe divenuto il motto della rivoluzione: «Tutto il potere ai soviet!». Essi si distinsero nell’assalto al Palazzo d’Inverno, meritando l’appellativo di «orgoglio e vanto della rivoluzione». Al loro rientro furono accolti come eroi.
Kronstadt divenne una roccaforte della rivoluzione tanto sicura che il Comitato militare rivoluzionario decise di utilizzare le sue temute prigioni per rinchiudervi i «controrivoluzionari». Lo stesso Lenin, il 10 novembre, ordinò di arrestare gli speculatori e i sabotatori e di custodirli, in attesa di processo, nelle prigioni di Kronstadt.
Fra il dicembre 1917 e il gennaio 1918 il soviet emanò una serie di decreti: venne abolita la proprietà privata di case e terreni; farmacie, banche, cinematografi e tipografie divennero di proprietà collettiva; fu introdotto il servizio militare obbligatorio per tutti i cittadini fra i 18 e i 50 anni. L’obiettivo dichiarato era di realizzare la «totale eliminazione di ogni forma di dominio di classe». Ma già a partire dal mese di maggio incominciò la liquidazione dell’esperimento democratico di Kronstadt. Vennero espulsi dal soviet i membri non bolscevichi e progressivamente furono eliminati i comitati di base eletti liberamente nelle officine e nei reparti militari: tutti furono sostituiti da comitati di partito, controllati dall’alto attraverso commissari. Trockij istituì un «Ufficio politico della flotta baltica», che doveva controllare e dirigere la vita politica della flotta stessa. Le riunioni e i dibattiti spontanei vennero sostituiti da adunanze di massa organizzate dalla sezione propaganda dell’Ufficio politico. Infine divenne operativa a Kronstadt una sezione della Ceka, la polizia politica, che eliminò i controrivoluzionari.
Ai primi di marzo del 1921 Kronstadt fu protagonista di una rivolta contro il monopolio del potere esercitato dal Partito comunista. La ribellione partì da due navi, la Sebastopoli e la Petropavlosk. Kronstadt doveva essere, secondo gli insorti, un esempio per tutta la Russia e l’inizio di una Terza Rivoluzione: occorreva riconsegnare lo Stato nelle mani dei lavoratori e costituire una vera democrazia, fondata sulla libertà di parola, di stampa, di associazione.
Si formò subito un comitato rivoluzionario che occupò senza incontrare resistenza l’arsenale, i magazzini, i comandi militari e assunse il potere.
Da Mosca, Lenin e Trockij reagirono proclamando la legge marziale e cercando di isolare la base navale perché non ricevesse rifornimenti e aiuti dalla terraferma. Venne chiesta la resa incondizionata dei ribelli, altrimenti sarebbero stati «abbattuti come pernici». Contemporaneamente i dirigenti comunisti, attraverso una martellante campagna propagandistica, presentarono i marinai di Kronstadt come pericolosi controrivoluzionari e li definirono «marionette che ballano su comando dei generali zaristi».
Il governo del comitato rivoluzionario durò quindici giorni, poi venne stroncato da una dura repressione militare. Fra il 17 e il 18 marzo 45-50 000 uomini furono guidati all’assalto contro Kronstadt. Erano per lo più soldati dell’Armata Rossa, ma c’erano anche migliaia di volontari membri del partito. Circa 8000 soldati, marinai e operai di Kronstadt cercarono la salvezza fuggendo in Finlandia attraverso i ghiacci. Numerosissimi ribelli vennero arrestati e fucilati: una tragedia per tutti coloro che avevano creduto che comunismo e libertà costituissero un binomio inscindibile.
(Fonte: I. Getzler,
L’epopea di Kronstadt 1917-1921, Einaudi)
L’artiglieria dell’Armata Rossa durante la repressione della ribellione di Kronstadt.
Comprendere- Che cosa accadde alla base di Kronstadt nel 1905?
- Perché i marinai di Kronstadt furono definiti «orgoglio e vanto della rivoluzione»?
- In che modo la base di Kronstadt fu sottoposta al controllo bolscevico?
- Perché Lenin e Trockij si scagliarono contro i marinai di Kronstadt? Quale fu la loro fine?
Contestualizzare- Che cosa accadde in Russia nel 1905?
- Come avvenne la rivoluzione d’ottobre?
- Quali forze politiche e sociali si erano opposte al potere bolscevico?
- Perché i bolscevichi combattevano qualsiasi linea politica differente dalla loro?
- Che cosa erano i soviet?
Rielaborare, discutere, reinterpretare- Prova a tracciare un parallelo fra la vicenda della base di Kronstadt e la lotta tra le fazioni in cui si divisero i rivoluzionari francesi.
- Che cosa differenzia, a tuo parere, la liquidazione della rivolta di Kronstadt dalle purghe staliniane?