Nelle opere di Burri ricorre il tema della violenza provocata dalla guerra, delle ferite inferte alla società e del tempo che inesorabilmente deteriora materiali e oggetti.
Fin dall’inizio della sua carriera, l’artista evita tuttavia di “spiegare” la propria pittura, sostenendo che un fatto visivo non può essere spiegato con le parole.
A Città di Castello, dal 1990, un museo dedicato all’opera dell’artista, scomparso nel 1995, è ospitato negli ex essiccatoi di tabacco, mentre un’altra importante raccolta di opere si trova nello storico Palazzo Albizzini.