CAPITOLO 1: IL NOME - 1.6 LA STRUTTURA DEL NOME
Considerando il modo in cui sono formati, cioè la loro struttura, i nomi si distinguono in: primitivi; derivati; composti; alterati.
Nomi primitivi "Mi passi il libro, per favore?
Scomponendo le parole evidenziate in morfemi, otteniamo per entrambe una parte che indica il significato della parola (libr-, favor-), chiamata radice, e una parte che indica il genere e il numero, chiamata desinenza (-o, -e). I nomi formati in questo modo si dicono primitivi.
I nomi primitivi sono formati soltanto dalla radice e dalla desinenza.
I nomi primitivi sono chiamati anche parole-base, perché, aggiungendo alla radice prefissi e suffissi, si formano nuove parole.
Nomi derivati "I prezzi in libreria sono a sfavore dei lettori: gli e-book costano meno!
Le parole evidenziate hanno la stessa radice dei precedenti nomi primitivi, alla quale sono aggiunti rispettivamente un suffisso (libr + eri) e un prefisso (s + favor). L’unione di prefisso + radice e di radice + suffisso viene chiamata tema; a esso si aggiunge la desinenza (libr + eri + a; s + favor + e). I nomi formati in questo modo si dicono derivati.
I nomi derivati si formano da altre parole, aggiungendo un prefisso davanti alla radice oppure un suffisso dopo di essa.
I nomi derivati hanno un proprio significato, tuttavia mantengono un legame evidente, sia di forma sia di significato, con la parola-base da cui discendono, poiché hanno la stessa radice. Essi sono numerosissimi e si possono formare:
• aggiungendo un prefisso a un altro nome (pasta – impasto; zio – prozio; attenzione – disattenzione); • aggiungendo un suffisso sia a un nome primitivo sia ad altri tipi di parole, come verbi (nascere – nascita; scottare – scottatura; partire – partenza) o aggettivi (giusto – giustizia; bello – bellezza; nervoso – nervosismo).
Per la formazione di parole derivate, vedi anche la sezione 1, unità 1, capitolo 2.3.
Nomi composti "Da bambino sognavo di fare il capostazione e ancora oggi preferisco viaggiare in ferrovia che in autostrada.
I nomi evidenziati sono il risultato dell’unione di due parole diverse: capo + stazione, ferro + via, auto + strada. I nomi formati in questo modo si dicono composti.
I nomi composti sono formati dall’unione di due o più parole.
Le parole che si uniscono a formare i nomi composti possono appartenere a tutte le categorie grammaticali; sono perciò possibili le seguenti combinazioni:
• nome + nome – maremoto • nome + aggettivo – pellerossa • aggettivo + nome – bassorilievo • aggettivo + aggettivo – sordomuto • verbo + nome – passaparola • verbo + verbo – saliscendi • verbo + avverbio – posapiano • avverbio + verbo – benestare • avverbio + nome – doposcuola • avverbio + aggettivo – sempreverde • preposizione + nome – contromisura
Ricorda, inoltre, le regole per la formazione delle parole composte viste nella sezione 1, unità 1, capitolo 2.3.
Nomi alterati "Carletto, il mio fratellino, ha un caratteraccio!
I nomi evidenziati sono formati, come i derivati, da radice + suffisso + desinenza. Tuttavia in questo caso il suffisso non forma una parola diversa, ma modifica il significato della parola-base: il piccolo Carlo (= Carletto), fratello più giovane (= fratellino), che ha un brutto carattere (= caratteraccio). I suffissi di questo tipo sono detti suffissi alterativi, perché la loro funzione è alterare il significato di un nome, proprio o comune, attribuendogli un particolare valore espressivo.
I nomi alterati non cambiano il significato della parola-base, ma ricevono dal suffisso una particolare sfumatura di significato.
In base al valore espressivo portato dal suffisso, i nomi alterati si possono classificare in:
• diminutivi (-ino, -etto, -ello,-icello, -icciolo, -olino, -erello), che indicano una riduzione nel senso della quantità, un’idea di piccolezza; • vezzeggiativi (-uccio, -otto, -acchiotto, -olo, -uzzo), che indicano una sfumatura affettuosa, un’idea di simpatia, a volte unite a una sfumatura diminutiva; • accrescitivi (-one, -accione, -acchione), che indicano un aumento in grandezza; • peggiorativi o dispregiativi (-ucolo, -azzo, -uccio,- uzzo, -onzolo, -accio, -astro, -aglio), che indicano una sfumatura spregiativa, negativa, un’idea di avversione.
I suffissi alterativi sono numerosi e molto usati, perché consentono a chi parla o scrive di manifestare valutazioni e atteggiamenti affettivi; tuttavia essi non bastano, da soli, a determinare il valore espressivo di un nome: è sempre necessario considerare il contesto in cui sono inseriti. Per esempio:
Quel mostriciattolo si crede superiore a tutti! – il nome alterato è spregiativo e indica avversione Baciami quel mostriciattolo di tuo fratello! – non indica avversione ma piuttosto simpatia
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