SEZIONE 3 - MORFOLOGIA
UNITÀ 2 - IL NOME E L’ARTICOLO
  
                            


CAPITOLO 1: IL NOME - 1.6 LA STRUTTURA DEL NOME


Considerando il modo in cui sono formati, cioè la loro struttura, i nomi si distinguono in:
primitivi; derivati; composti; alterati.

Nomi primitivi
"Mi passi il libro, per favore?

Scomponendo le parole evidenziate in morfemi, otteniamo per entrambe una parte che indica il significato della parola (libr-, favor-), chiamata radice, e una parte che indica il genere e il numero, chiamata desinenza (-o, -e). I nomi formati in questo modo si dicono primitivi.

I nomi primitivi sono formati soltanto dalla radice e dalla desinenza.

I nomi primitivi sono chiamati anche parole-base, perché, aggiungendo alla radice prefissi e suffissi, si formano nuove parole.

Nomi derivati
"I prezzi in libreria sono a sfavore dei lettori: gli e-book costano meno!

Le parole evidenziate hanno la stessa radice dei precedenti nomi primitivi, alla quale sono aggiunti rispettivamente un suffisso (libr + eri) e un prefisso (s + favor).
L’unione di prefisso + radice e di radice + suffisso viene chiamata tema; a esso si aggiunge la desinenza (libr + eri + a; s + favor + e). I nomi formati in questo modo si dicono derivati.

I nomi derivati si formano da altre parole, aggiungendo un prefisso davanti alla radice oppure un suffisso dopo di essa.

I nomi derivati hanno un proprio significato, tuttavia mantengono un legame evidente, sia di forma sia di significato, con la parola-base da cui discendono, poiché hanno la stessa radice. Essi sono numerosissimi e si possono formare:

• aggiungendo un prefisso a un altro nome (pasta – impasto; zio – prozio; attenzione – disattenzione);
• aggiungendo un suffisso sia a un nome primitivo sia ad altri tipi di parole, come verbi (nascere – nascita; scottare – scottatura; partire – partenza) o aggettivi (giusto – giustizia; bello – bellezza; nervoso – nervosismo).

Per la formazione di parole derivate, vedi anche la sezione 1, unità 1, capitolo 2.3.

Nomi composti
"Da bambino sognavo di fare il capostazione e ancora oggi preferisco viaggiare in ferrovia che in autostrada.

I nomi evidenziati sono il risultato dell’unione di due parole diverse: capo + stazione, ferro + via, auto + strada. I nomi formati in questo modo si dicono composti.

I nomi composti sono formati dall’unione di due o più parole.

Le parole che si uniscono a formare i nomi composti possono appartenere a tutte le categorie grammaticali; sono perciò possibili le seguenti combinazioni:

• nome + nome – maremoto
• nome + aggettivo – pellerossa
• aggettivo + nome – bassorilievo
• aggettivo + aggettivo – sordomuto
• verbo + nome – passaparola
• verbo + verbo – saliscendi
• verbo + avverbio – posapiano
• avverbio + verbo – benestare
• avverbio + nome – doposcuola
• avverbio + aggettivo – sempreverde
• preposizione + nome – contromisura

Ricorda, inoltre, le regole per la formazione delle parole composte viste nella sezione 1, unità 1, capitolo 2.3.

Nomi alterati
"Carletto, il mio fratellino, ha un caratteraccio!

I nomi evidenziati sono formati, come i derivati, da radice + suffisso + desinenza. Tuttavia in questo caso il suffisso non forma una parola diversa, ma modifica il significato della parola-base: il piccolo Carlo (= Carletto), fratello più giovane (= fratellino), che ha un brutto carattere (= caratteraccio).
I suffissi di questo tipo sono detti suffissi alterativi, perché la loro funzione è alterare il significato di un nome, proprio o comune, attribuendogli un particolare valore espressivo.

I nomi alterati non cambiano il significato della parola-base, ma ricevono dal suffisso una particolare sfumatura di significato.

In base al valore espressivo portato dal suffisso, i nomi alterati si possono classificare in:

• diminutivi (-ino, -etto, -ello,-icello, -icciolo, -olino, -erello), che indicano una riduzione nel senso della quantità, un’idea di piccolezza;
• vezzeggiativi (-uccio, -otto, -acchiotto, -olo, -uzzo), che indicano una sfumatura affettuosa, un’idea di simpatia, a volte unite a una sfumatura diminutiva;
• accrescitivi (-one, -accione, -acchione), che indicano un aumento in grandezza;
• peggiorativi o dispregiativi (-ucolo, -azzo, -uccio,- uzzo, -onzolo, -accio, -astro, -aglio), che indicano una sfumatura spregiativa, negativa, un’idea di avversione.

I suffissi alterativi sono numerosi e molto usati, perché consentono a chi parla o scrive di manifestare valutazioni e atteggiamenti affettivi; tuttavia essi non bastano, da soli, a determinare il valore espressivo di un nome: è sempre necessario considerare il contesto in cui sono inseriti. Per esempio:

Quel mostriciattolo si crede superiore a tutti! – il nome alterato è spregiativo e indica avversione
Baciami quel mostriciattolo di tuo fratello! – non indica avversione ma piuttosto simpatia


                            


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