Ogni avventura di Astérix, nella versione a fumetti, è accompagnata da questa cartina geografica, che illustra la situazione della Gallia nel 50 a.C. Come si vede, nel centro della regione è conficcata un’insegna con l’aquila, simbolo dell’esercito romano, per rappresentare la conquista della Gallia che avvenne effettivamente in quell’anno. Una lente ingrandisce una piccola area dell’Armorica (termine con cui i Romani chiamavano l’odierna regione della Bretagna). Ed ecco che dalla storia si passa alla fantasia. L’ingrandimento mostra come il villaggio di Astérix sia circondato da ben quattro accampamenti, stabiliti dai Romani per cercare di tenere a bada gli irriducibili Galli. I nomi degli accampamenti sono buffi ma hanno un “suono” latino: Aquarium, Babaorum (dal francese babà au rhum, ovvero “babà al rum”, dolce molto apprezzato in Francia), Laudanum e Petibonum (dal francese petit bonhomme, che significa pressappoco “ragazzino”). Petibonum è l’accampamento che si vede nel film.
Giulio Cesare è un personaggio importante nel mondo di Astérix.
È presente in tutti i film realizzati finora e in quasi tutte le avventure a fumetti. Per quel che riguarda l’aspetto fisico, gli autori del fumetto si sono ispirati ad alcune monete dell’epoca e al ritratto che ne ha fatto lo scrittore di età imperiale Svetonio nell’opera Vite dei Cesari. Ne è nato un Cesare alto e asciutto, dal volto scarno, segnato da rughe profonde, con le “borse” sotto gli occhi, gli zigomi schiacciati, il collo lungo con un vistoso pomo d’Adamo, la capigliatura chiara, perennemente cinta della corona d’alloro di cui parla Svetonio. Gli autori del film si sono attenuti a questo ritratto affidando la parte all’attore tedesco Gottfried John, che presenta grosso modo gli stessi tratti somatici. Hanno però insistito sul lato comico del personaggio, facendo perdere a Cesare un po’ di quel carisma, nobiltà, eleganza che il condottiero possiede nella sua versione a fumetti e che trova conferma nelle fonti storiche.
La località di Lutezia, nominata più volte nel film, è l’insediamento gallico sul quale molti secoli dopo avrebbe preso forma la città di Parigi. Conformemente allo spirito del fumetto, che tende a presentare la Gallia come la Francia attuale, i personaggi Astérix & Obélix contro Cesare parlano di Lutezia come di una grande città dotata di servizi e attrattive, non diversamente dalla Parigi dei giorni nostri: Falbalà, per esempio, è tornata al villaggio dopo aver passato alcuni anni a “studiare” a Lutezia, mentre Astérix sogna di spendere le monete d’oro in qualche “ristorantino” della futura capitale.
In realtà, nel 50 a.C. Lutezia era una città fortificata di una certa importanza, ma era ancora lontana dal diventare uno dei centri più evoluti della civiltà gallo-romana. Nell’immagine vediamo come appare oggi l’arena destinata al combattimento dei gladiatori: fu costruita dai Romani, probabilmente nel I secolo d.C., in ogni caso non prima dell’epoca dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.).