Gli apostoli

FILIPPO

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CHI È

Filippo è citato dai Vangeli sinottici negli elenchi dei dodici apostoli. Solo il Vangelo di Giovanni fornisce alcune notizie riguardanti la sua vita: Filippo – il cui nome, in greco, significa “amico dei cavalli” – era originario di Betsaida, in Galilea, e fu tra i primi a essere chiamato da Gesù, al quale presentò Natanaele (cioè Bartolomeo). È a Filippo che Gesù si rivolge durante la moltiplicazione dei pani e dei pesci per cercare il pane da distribuire ed è Filippo che, durante l’ultima cena, chiede al Signore: «Mostraci il Padre». Dopo l’Ascensione di Gesù, troviamo Filippo con gli altri apostoli e i primi fedeli, allorché viene nominato Mattia al posto del traditore Giuda (Atti degli Apostoli, 1,13), poi non si sa più nulla di lui.

Per le altre vicende che lo riguardano si può fare riferimento alle notizie tramandate dai numerosi testi apocrifi, poi ripresi da Jacopo da Varazze nella Legenda aurea (secolo XIII). Secondo queste tradizioni, Filippo predicò per venti anni in Scizia. Imprigionato, gli fu chiesto di offrire sacrifici alla statua di Marte, ma dalla base del simulacro del dio uscì un drago che uccise il figlio del sacerdote pagano e due tribuni, poi, con il suo alito, fece ammalare i presenti. Filippo allora scacciò il dragone, resuscitò i morti e risanò i feriti contaminati dal mostro, così che tutti, alla fine, si convertirono. Altri testi apocrifi parlano di una sua missione tra i Parti, a Cartagine e, insieme alla sorella Mariamne, in Grecia, ove accecò e disseccò un enorme drago scortato da una turba di serpenti. Poi si recò in Frigia, a Hierapolis, ove combatté contro gli eretici e visse con due figlie, vergini consacrate, morendovi quasi novantenne. Secondo altre fonti, invece, sempre a Hierapolis, ebbe il presentimento che sarebbe spirato dopo sette giorni, così convocò i sacerdoti e i vescovi per indottrinarli. Esattamente sette giorni dopo fu imprigionato dai pagani che lo legarono alla croce, forse a testa in giù, e lo finirono a colpi di pietra. Accanto a lui furono sepolte le sue due figlie, che a lungo lo avevano accompagnato nella sua missione.