Miracoli
Maestro della Passione di Darmstadt (sec. XV)
Nozze di Cana, tempera su tavola
Stoccarda, Staatsgalerie

Paolo Veronese
Il fatto
LE NOZZE DI CANA
Dopo il battesimo nel Giordano e la chiamata dei primi discepoli, le nozze di Cana, riportate dal solo Vangelo di Giovanni, associano la prima uscita pubblica di Gesù al suo primo miracolo. Maria, Gesù e i discepoli sono invitati a una festa di nozze nella città di Cana. A un certo punto, la Madonna fa notare a Gesù che il vino è terminato, ma egli risponde in modo sibillino: «Che vuoi da me, o donna? Non è ancora venuta la mia ora». Ciò nondimeno, Maria dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Gesù ordina loro di riempire sei giare di acqua e quindi di farne assaggiare il contenuto al direttore di mensa. Quest’ultimo gusta l’acqua divenuta vino («egli non sapeva donde veniva, mentre lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua»), e si complimenta con lo sposo: «Tu hai conservato il vino buono fino ad ora». Giovanni sottolinea che l’operato di Gesù deve essere interpretato come un “segno”, anzi, come l’«inizio dei segni» rivelatori della «sua gloria». Ecco la spiegazione di quella frase sibillina: «Non è ancora venuta la mia ora», perché l’ora per eccellenza del disvelamento di Gesù sarà l’ora della Croce, che segnerà il suo fatale destino e al contempo il compimento della sua gloria. Per questo la trasformazione dell’acqua in vino è solo l’«inizio dei segni», perché il senso profondo dell’episodio non consiste tanto nel miracolo in sé quanto nel suo esito finale, nella trasformazione che essa opera nei discepoli, i quali «credettero in lui». Non a caso, il quarto Vangelo si conclude con l’affermazione che Gesù risorto «fece ancora molti altri segni» in presenza dei discepoli (Gv 20,30), «segni» che Giovanni ha raccontato «affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e, credendo, abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,31). In questo percorso di fede ha un ruolo centrale la Madonna, portatrice di due valori fondamentali per il cristiano, l’obbedienza (Gesù obbedisce al desiderio della Madre quando i convitati rischiano di rimanere senza vino) e la speranza (la Madonna, fiduciosa dell’intervento di Gesù, dice ai servi: «Fate quello che vi dirà»).
La parola
Dal Vangelo di Giovanni (2,1-11)
«Tre giorni dopo ci fu una festa di nozze in Cana di Galilea e c’era là la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Ed essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: “Non hanno più vino”. Le dice Gesù: “Che vuoi da me, o donna? Non è ancora venuta la mia ora”. Sua madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. C’erano là sei giare di pietra per le abluzioni dei Giudei, capaci da due a tre metrete ciascuna. Dice loro Gesù: “Riempite le giare di acqua”. Le riempirono fino all’orlo. Dice loro: “Ora attingete e portatene al direttore di mensa”. Essi ne portarono. Come il direttore di mensa ebbe gustata l’acqua divenuta vino (egli non sapeva donde veniva, mentre lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiama lo sposo e gli dice: “Tutti presentano dapprima il vino buono e poi, quando si è brilli, quello scadente. Tu hai conservato il vino buono fino ad ora”. Questo inizio dei segni fece Gesù in Cana di Galilea e rivelò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.»