Il profeta Gioele

La figura di Gioele

Il volto del profeta

La testa del fanciullo
Il personaggio
A proposito della vita di Gioele (in ebraico
Yoel, "Yahweh è Dio"), figlio di Petuèl, disponiamo di scarse notizie biografiche. Tutto ciò che sappiamo è ciò che si può dedurre dal libro che porta il suo nome. Attualmente gli studiosi ritengono che il Libro di Gioele sia opera di un unico autore.
Gioele esercitò il suo ministero a Gerusalemme intorno al 400 a.C. e viene ritenuto un profeta "cultuale". Con questo termine si indicano i profeti che fornivano responsi e consigli soprattutto in occasione di festività e riunioni dedicate ai culti religiosi. Non a caso, infatti, cita spesso la «città di Sion» e i riti del Tempio e allude alla regione di Giuda come alla "terra" per antonomasia.
Nel testo ebraico il Libro di Gioele comprende appena quattro capitoli, mentre nella versione greco-latina sono tre, perché i capitoli due e tre sono accorpati.
I primi due capitoli, dall’intonazione fortemente emotiva, descrivono soprattutto le ripetute, terribili invasioni di cavallette che si abbatterono sulla Giudea, devastando il paese e distruggendo i raccolti.
I capitoli tre e quattro, invece, sono consacrati al cosiddetto «giorno di Yahweh». Questa espressione nei profeti vissuti dopo l’esilio babilonese indicava, in generale, il ristabilimento della giustizia a favore d’Israele e la vendetta contro i suoi oppressori.
Gioele estende il significato del termine e gli attribuisce un’accezione particolare, legata alla "valle di Josaphat". Quest'ultima indica simbolicamente il luogo del Giudizio finale, quello in cui Dio radunerà tutti i popoli per giudicarli.
Infatti – con il trionfo finale d’Israele e il castigo dei suoi persecutori – Yahweh mostra di dominare la storia umana, ma anche il fatto che a Lui spetta il giudizio definitivo sulla storia stessa.
Per questo motivo – afferma Gioele – nonostante le molte apparenze contrarie, la vittoria definitiva sarà dei giusti, mentre i peccatori subiranno la condanna al patimento eterno. Josaphat significa per l’appunto "Yahweh giudica".
Gioele è ritenuto soprattutto il profeta della Pentecoste. Se nell’Antico Testamento lo Spirito di Dio era dato soltanto ad alcuni uomini, Gioele annuncia che – con la venuta del Messia – lo Spirito di Dio sarà effuso su tutta l’umanità e tutti godranno di questo dono.
san Pietro, nel giorno di Pentecoste, durante il primo discorso rivolto alla folla radunata a Gerusalemme (Atti degli Apostoli 2, 17-18), cita alla lettera il testo di Gioele (3, 1) e collega la profezia a quanto è avvenuto poco prima nel cenacolo, cioè la discesa su Maria e gli Apostoli dello Spirito Santo:
Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.
E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi
profeteranno.
(Atti degli Apostoli 2, 17-18)
La parola del profeta
Udite questo, anziani,
porgete l’orecchio, voi tutti abitanti della regione.
Accadde mai cosa simile ai giorni vostri
o ai giorni dei vostri padri?
Raccontatelo ai vostri figli
e i figli vostri ai loro figli
e i loro figli alla generazione seguente.
L’avanzo della cavalletta l’ha divorato la locusta,
l’avanzo della locusta l’ha divorato il bruco,
l’avanzo del bruco l’ha divorato il grillo.
Svegliatevi, ubriachi, e piangete,
voi tutti che bevete vino, urlate
per il vino nuovo che vi è tolto di bocca.
Poiché è venuta contro il mio paese
una nazione potente, senza numero,
che ha denti di leone, mascelle di leonessa.
Ha fatto delle mie viti una desolazione
e tronconi delle piante di fico;
li ha tutti scortecciati e abbandonati,
i loro rami appaiono bianchi.
Piangi, come una vergine che si è cinta di sacco
per il fidanzato della sua giovinezza.
Sono scomparse offerta e libazione
dalla casa del Signore;
fanno lutto i sacerdoti, ministri del Signore.
Devastata è la campagna,
piange la terra,
perché il grano è devastato,
è venuto a mancare il vino nuovo,
è esaurito il succo dell’olivo.
Affliggetevi, contadini,
alzate lamenti, vignaiuoli,
per il grano e per l’orzo,
perché il raccolto dei campi è perduto.
La vite è seccata,
il fico inaridito,
il melograno, la palma, il melo,
tutti gli alberi dei campi sono secchi,
è inaridita la gioia tra i figli dell’uomo.
Gioele 1, 2-12