Il profeta Isaia

Il volto del profeta

Il putto
Il personaggio
Isaia (in ebraico
Yeshayahu, "Yahweh è salvezza"), figlio di Amoz, nacque a Gerusalemme da nobile famiglia, discendente dalla casa reale di Davide, probabilmente intorno al 760 a.C.
Ricevette la vocazione profetica a vent'anni. Impose ai suoi due figli dei bizzarri nomi simbolici:
Shear-Jashub, "un resto ritornerà" e
Maher-shalal-hash-baz, "veloce alla preda svelto al bottino". Isaia appare per la prima volta sulla scena politica al tempo della guerra siro-efraimita (734-733), le ultime notizie su di lui risalgono invece all’epoca dell’assedio di Gerusalemme da parte del re assiro Sennacherib (701).
In seguito non si hanno più informazioni certe che lo riguardino, né conosciamo la data della sua morte. Secondo alcuni, sarebbe stato martirizzato durante il regno del re Manasse.
È impossibile sintetizzare il Libro di Isaia. Con i suoi sessantasei capitoli, è il più lungo della Bibbia. Anche se nel tempo altri redattori hanno partecipato alla sua composizione, la qualità dei contenuti e lo stile letterario – di grandissima intensità evocativa e poetica – fanno del Libro di Isaia il più ricco testo profetico dell’Antico Testamento.
Isaia è noto anche come «re dei profeti» ed «evangelista dell’Antico Testamento». La sua prosa è ricca di emozione e coinvolge il lettore. I suoi poemi lirici s’impongono come la pura e sincera espressione di un cuore colmo di passione. Il tema che domina in sottofondo tutto il Libro di Isaia può essere sintetizzato da questa invocazione: «Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù » (40, 1-2).
Come tutti i profeti, Isaia si scaglia contro i culti puramente esteriori, contro le iniquità sociali, l’ingiustizia e l’oppressione dei poveri.
Ma più d’ogni altra cosa, Isaia si rivela un autentico letterato. Le sue immagini sono originali ed energiche; le sue metafore possiedono un’intensità e un’efficacia rare tra i poeti e prosatori dell’Antico Testamento; i suoi oracoli hanno una struttura elegante e raffinata e sono brevi, concisi, circoscritti ed equilibrati.
Dietro questa forma si trova anche un’estrema originalità di pensiero: raramente usa gli aggettivi e sostantivi ebraici – tipici degli altri profeti – che valgono a indicare l’amore e la misericordia di Dio; per Isaia, gli aspetti ricorrenti di Dio sono l’inaccessibilità, la grandezza, la trascendenza, la santità (definisce Dio «il santo d’Israele»). Se molti altri profeti condannano tutto il popolo, Isaia crea l’immagine di un nucleo di persone animate da una fede pura, costante e tenace, che chiama «il resto» d’Israele. Queste persone vedranno l’inizio della nuova era.
Isaia, dunque, è soprattutto il profeta della fede e la disposizione d’animo che più richiede al suo popolo è riassunta in una parola: «credere».
In un celebre oracolo (7, 14) preannuncia la nascita del Salvatore dalla Vergine: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele» (Emmanuele, in ebraico, significa "Dio con noi"). Sua è anche la famosa predizione del germoglio di Iesse: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici» (11, 1), trasparente allusione alla nascita di Gesù.
Gesù stesso, nella sinagoga di Nazareth, leggendo un testo di Isaia (61, 1-7), riferisce a sé quanto il Profeta dice di se stesso.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi
e predicare un anno di grazia del Signore.»
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi». (Luca 4, 17-21)
La parola del profeta
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese.
La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento;
con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.
Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia,
cintura dei suoi fianchi la fedeltà.
Il lupo dimorerà insieme con l'agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà.
La vacca e l'orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.
Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la saggezza del Signore riempirà il paese
come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno
la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli,
le genti la cercheranno con ansia,
la sua dimora sarà gloriosa.
Isaia 11, 1-10