Richard Tol, Alcuni miti sui cambiamenti climatici
La riduzione delle emissioni non è l'unico modo per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici in arrivo. Il rapporto IPCC, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, che ha ripetuto le sue profezie di sventura se le emissioni non verranno frenate, ha perso l'occasione per consigliare i responsabili politici su come migliorare la vita. Faccio parte dell'IPCC dal 1994, ma prima della pubblicazione dell'ultimo report sul clima uscito ho chiesto che il mio nome venisse tolto dall'elenco degli autori. Il rapporto è, a mio parere, troppo allarmista. Gli esseri umani sono una specie resistente e adattabile. C'è gente che vive sull'equatore e nell'Artico, nel deserto e nella foresta pluviale. Siamo sopravvissuti alle ere glaciali con le tecnologie primitive. L'idea che il cambiamento climatico rappresenti una minaccia esistenziale per l'umanità è risibile. Nel complesso, il cambiamento climatico nel secolo scorso ha addirittura migliorato le condizioni del genere umano. Di quanto? Si calcola del 1,4 per cento della produzione economica globale, che salgono all’1,5 per cento entro il 2025. Per alcune persone equivale alla differenza tra la sopravvivenza e la fame.
Il bilancio resterà ancora positivo dell’1,2 per cento fino al 2050 e non passerà in area negativa fino a circa il 2080. In breve, i miei figli saranno molto vecchi prima che il riscaldamento globale smetta di beneficiare il mondo. Si noti che se il mondo continua a crescere al 3 per cento l’anno…nel 2080 Bangladesh dovrebbe potersi permettere di difendersi dalle inondazioni, come fanno gli olandesi.
I principali vantaggi del riscaldamento globale sono: il minor numero di decessi invernali, i costi energetici più bassi [vedi Energie], la migliore resa agricola; una probabile riduzione della siccità (maggiore umidità, maggiori precipitazioni); la biodiversità probabilmente accresciuta. È un fatto poco noto che i decessi invernali superano le morti estive non solo in paesi come la Gran Bretagna, ma anche in quelli con estati molto calde, come la Grecia.
Gran Bretagna e Grecia hanno tassi di mortalità che aumentano del 18 per cento ogni inverno. Inverni particolarmente freddi causano un aumento delle insufficienze cardiache di gran lunga superiore rispetto alla crescita dei decessi durante le ondate di calore.
Il freddo, non il caldo, è il più grande assassino. Negli ultimi dieci anni gli inglesi hanno registrato un tasso medio di 29.000 morti in eccesso ogni inverno. La canicola di dieci anni fa ha causato 15.000 morti in Francia e appena 2.000 in Gran Bretagna. Nei dieci anni successivi non vi è stato alcun picco di decessi estivi. Il surplus di decessi invernali colpisce i poveri più dei ricchi per l’ovvia ragione che i primi non possono permettersi il riscaldamento… Il riscaldamento globale ha finora tagliato le bollette del riscaldamento più di quanto abbia fatto salire quelle per il raffreddamento.
Il cambiamento climatico avrà conseguenze, naturalmente. Dal momento che diverse piante e gli animali prosperano in climi diversi, interesserà gli ecosistemi naturali e l'agricoltura. Il clima caldo e umido aumenterà la diffusione di malattie tropicali. I mari saliranno, mettendo pressione a tutto ciò che vive sulle coste. Questi impatti suonano allarmanti, ma devono essere analizzati in prospettiva, prima di trarre conclusioni politiche. Secondo il rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, un ulteriore riscaldamento di 2 gradi centigradi potrebbe causare perdite pari allo 0,2-2 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Seguendo le tendenze attuali, tale livello di riscaldamento dovrebbe essere raggiunto nella seconda metà del XXI secolo. In altre parole, mezzo secolo di cambiamenti climatici porterebbero, secondo lo scenario peggiore, l'equivalente di un anno di mancata crescita economica. Dall'inizio della crisi nella zona euro, il reddito medio greco è sceso di oltre il 20 per cento. Il cambiamento climatico non è, allora , il problema più grande dell'umanità. Non è nemmeno il suo più grande problema ambientale [vedi Inquinamento].
Abituato al clima newyorkese,
conoscendo lo Smog fin troppo bene,
mi ero dimenticato
di Te, la sua Sorella Immacolata,
di ciò che porti ai nostri inverni inglesi:
conoscenze native si risvegliano.
Acerrima nemica della fretta,
spauracchio di aerei e guidatori,
certo Ti maledice ogni volatile,
ma io sono felicissimo,
Perché ti seì convinta a visitare
Le campagne incantevoli del Wiltshire
l’intera settimana di Natale,
e nessuno può correre
nel mio cosmo, ridotto
ad una villa antica e a quattro Monadi:
Io, Sonia, Jimmy e Tania.
Fuori un silenzio informe:
perfino quegli uccelli spinti a stare
dal loro sangue caldo
qui intorno tutto l’anno,
come il bottaccio e il merlo,
da Te allettati frenano
il loro verso allegro,
nessun gallo si azzarda a strepitare,
e le cime degli alberi, visibili
appena, non stormiscono ma restano
immobili e condensano efficienti
in gocce esatte la Tua umidità.
Dentro, spazi accoglienti ben precisi
rendono confortevole la lettura e il ricordo, i cruciverba,
le affinità e le risa:
ristorati da sapide cenette
e allietati dal vino,
sediamo lieti in cerchio,
ignari di noi stessi ma solerti
nei confronti degli altri,
cercando quanto più di approfittarne,
perché ben presto occorrerà rientrare,
finiti questi giorni di clemenza,
nel mondo del denaro e del lavoro,
dove si è attenti ad ogni punto e virgola.
Nessun sole d’estate potrà mai
dissolvere le tenebre totali
diffuse dai Giornali,
che vomitano in prosa trasandata
fatti violenti e sordidi
che non riusciamo, sciocchi, ad impedire:
la Terra è un brutto posto,
eppure, per quest’attimo speciale,
così tranquillo ma così festoso,
ti rendo Grazie, Grazie, Grazie, Nebbia.