Processo e Martirio
Albrecht Altdorfer (1480-1538)
Cristo davanti al gran sacerdote Caifa, 1510, olio su tavola
Sankt Florian (Austria), Augustiner Chorherrenstift

Quentin Massys
Il fatto
GESÙ DAVANTI AL SINEDRIO
Dopo l’arresto, Gesù viene condotto davanti al Sinedrio presieduto da Caifa, sommo sacerdote del Tempio di Gerusalemme, per essere processato. L’evangelista Giovanni riferisce di un primo interrogatorio in casa di Anna, predecessore e suocero di Caifa, il quale, sebbene non più in carica, in qualità di membro anziano del Sinedrio esercitava ancora una notevole influenza. I vangeli, infatti, adottano talvolta il plurale “sommi sacerdoti” perché chi aveva rivestito quella carica poteva continuare a fregiarsene a titolo onorifico. Quanto al Sinedrio, esso non aveva soltanto competenze religiose, ma anche legislative, giudiziarie ed esecutive, e contava, oltre al sommo sacerdote, settanta membri, in prevalenza Sadducei e Farisei. Benché largamente autonomo, doveva rendere conto alla potenza occupante romana: non aveva diritto, per esempio, di comminare la condanna a morte, prerogativa esclusiva del governatore romano. Gesù si trova dunque davanti a Caifa e al Sinedrio riunito, i quali cercano invano qualche falsa testimonianza per condannarlo a morte. Gesù tace di fronte a tutte le accuse, finché Caifa lo incalza: «Dicci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio», e alla risposta: «Tu l’hai detto», il sommo sacerdote si straccia le vesti ed esclama: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?». La sentenza è unanime: Gesù ha oltraggiato Dio, «È reo di morte!», come, del resto, i sacerdoti avevano deciso già da tempo.
La parola
dal Vangelo di Matteo (26,57-68)
«Quelli che avevano catturato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale erano convenuti gli scribi e gli anziani. Pietro lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote ed, entrato dentro, se ne stava seduto tra i servi, desideroso di vedere come andasse a finire. I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per condannarlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente si fecero avanti due che affermarono: “Costui ha detto: Posso distruggere il Tempio di Dio e riedificarlo in tre giorni”. E il sommo sacerdote, alzatosi, gli domandò: “Nulla rispondi a quanto costoro attestano contro di te?”. Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote replicò: “Ti scongiuro per il Dio vivente: dicci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. Gesù rispose: “Tu l’hai detto. Anzi io dico a voi: fin da ora vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti ed esclamò: “Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco: proprio ora avete udito la sua bestemmia. Che ve ne pare?”. Essi risposero: “È reo di morte!”. Poi gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri poi lo percossero con pugni dicendo: “Profetizzaci, o Cristo: chi ti ha percosso?”.»
dal Vangelo di Marco (14,53-65)
«Condotto Gesù dal sommo sacerdote, si radunarono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro, intanto, avendolo seguito da lontano fin dentro al cortile del sommo sacerdote, se ne stava seduto con i servi di lui e si scaldava vicino al fuoco. Or i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche testimonianza contro Gesù per farlo morire, ma non ne trovavano. Infatti, molti attestavano il falso contro di lui, ma le loro testimonianze non erano concordi. Allora si alzarono alcuni che, attestando il falso contro di lui, dicevano: “L’abbiamo sentito noi mentre diceva: Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne ricostruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”. Ma anche su questo non si ebbe una testimonianza concorde. Allora il sommo sacerdote, alzatosi in piedi in mezzo al sinedrio, interrogò Gesù dicendogli: “Non rispondi nulla? Che cosa testificano costoro contro di te?”. Egli, però, taceva e non rispondeva nulla. Perciò il sommo sacerdote lo interrogò di nuovo, dicendogli: “Sei tu, il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. Rispose Gesù: “Si, sono io! e vedrete il Figlio dell’uomo, seduto alla destra della Potenza, venire con le nubi del cielo” Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Di quale testimonianza abbiamo ancora bisogno? Avete sentito la bestemmia. Che ve ne pare?”. Tutti lo giudicarono reo di morte. Alcuni, poi, si misero a sputargli addosso, a coprirgli il volto e a percuoterlo dicendogli: “Indovina!”. E i servi lo presero a schiaffi.»
dal Vangelo di Luca (22,63-71)
«Intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo percuotevano. Gli bendavano gli occhi e gli domandavano: “Indovina: chi ti ha colpito?”. E dicevano contro di lui molte altre cose, bestemmiando. Appena fu giorno, si riunirono i capi del popolo insieme ai sommi sacerdoti e ai dottori della legge. Lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: “Se tu sei il Cristo, dillo a noi!”. Gesù rispose: “Anche se ve lo dico, voi non mi credete. Se invece vi interrogo, voi non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio”. Allora tutti domandarono: “Tu dunque sei il Figlio di Dio?”. Egli rispose loro: “Voi dite che io lo sono”. Essi conclusero: “Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? Noi stessi l’abbiamo udito dalla sua bocca”.»
dal Vangelo di Giovanni (18,12-24)
«Allora la coorte, il comandante e le guardie dei Giudei presero Gesù, lo legarono e lo portarono dapprima da Anna. Egli era infatti suocero di Caifa, sommo sacerdote in quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: “Conviene che muoia un solo uomo per il popolo”. […] Il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gli rispose Gesù: “Io ho parlato apertamente al mondo. Io ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove si radunano tutti i Giudei e di nascosto non ho mai detto nulla. Perché mi interroghi? Interroga coloro che mi hanno ascoltato, che cosa ho detto loro. Ecco, essi sanno ciò che io ho detto”. Non appena Gesù ebbe detto ciò, una delle guardie, che stava là, diede uno schiaffo a Gesù, dicendogli: “Così rispondi al sommo sacerdote?”. Gli rispose Gesù: “Se ho parlato male, dimostra dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”. Anna allora lo mandò, legato, dal sommo sacerdote Caifa.»