Quentin Massys (1465-1530),
Ecce Homo, 1515, olio su tavola,
Madrid, Museo del Prado.
«ECCE HOMO» - Gesù flagellato, con la corona di spine, il mantello di porpora e la canna tra le mani, viene presentato alla folla da Pilato con le parole: «Ecce Homo», «Ecco l’Uomo». Pilato non intendeva condannare a morte Gesù perché lo sapeva vittima di una macchinazione ordita dai sacerdoti, i quali avevano provveduto a sobillare il popolo affinché invocasse a gran voce la pena capitale per il Messia. Non aveva trovato alcuna vera prova a suo carico, e pensava che presentarlo alla folla coperto di piaghe e coronato di spine, simile alla beffarda caricatura di un re, sarebbe stato sufficiente a placare gli animi. Secondo Pilato, la flagellazione era il massimo della pena che si poteva infliggere a Gesù: «Non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo fatto frustare, lo lascerò libero» (Luca 23,15-16). Per questo esclama: «Ecco l’Uomo» presentando Gesù alla folla dopo la flagellazione, come a dire: «Ecco, guardate: non è sufficiente questa punizione?». Ma i sacerdoti hanno fatto bene il loro lavoro, e il clima di odio contro Gesù è cresciuto fino al parossismo. Alle parole di Pilato risponde infatti in grido incontenibile: «Crocifiggi! Crocifiggi!», così, pur sapendo che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato «per invidia» (Marco 15,10), alla fine Pilato consegna Gesù «alla loro volontà» (Luca 23,25).