Rosvita di Gandersheim
Vissuta fra il 935 e il 973 circa, Rosvita ha lasciato sei drammi in prosa poetica latina, tutti di argomento sacro, che rispondono al progetto di imitare la perfezione formale di Terenzio, ma con testi che esprimessero una visione cristiana del mondo e non più pagana. Il carattere religioso e edificante delle opere di Rosvita è evidente già nei titoli:
- Conversione di Gallicano, comandante dell’esercito;
- Martirio delle sante vergini Agape, Chioni e Irene;
- Resurrezione di Drusiana e di Callimaco;
- Caduta e ravvedimento di Maria, nipote dell’eremita Abramo;
- Conversione della prostituta Taide;
- Martirio delle sante vergini Fede, Speranza e Carità.
Non sappiamo con certezza se i drammi di Rosvita fossero destinati alla recitazione, ma è più probabile che fossero destinati alla lettura. E questo non solo perché la Chiesa aveva da tempo assunto una posizione di condanna di tutte le forme di spettacolo teatrale, ma soprattutto perché, all’interno dei testi, i gesti, le espressioni, gli atteggiamenti dei personaggi vengono descritti a parole dai personaggi stessi (cosa evidentemente inutile in presenza di un attore in carne e ossa).