Tristano e Isotta
La vicenda di Tristano e Isotta (che sfiora il ciclo arturiano senza farne realmente parte) è dominata dal destino tragico. Tristano è nipote del re inglese Marco e viene mandato dallo zio in Irlanda per andare a prendere la principessa Isotta, che Marco intende sposare. Durante il viaggio, però, i due bevono per errore un filtro d’amore e, vittime di una passione irrefrenabile, fuggono. Re Marco li insegue e li ritrova castamente addormentati fianco a fianco. Il re è disposto a perdonarli, ma a una condizione: Isotta diverrà sua moglie, Tristano dovrà andare in esilio. Tristano accetta e si sposa a sua volta, ma ben presto le ferite che si è procurato in precedenti avventure rischiano di farlo morire se Isotta non interverrà con le sue facoltà di guaritrice. Isotta accorre, ma la moglie di Tristano, ingelosita, provoca la morte di Tristano poco prima dell’incontro decisivo. Isotta, a sua volta, muore di dolore sul corpo dell’amato.
Come si vede, il romanzo cortese partecipa almeno in parte della visione tragica che è sottesa all’epica medievale. Come Orlando muore tradito da Gano (che a sua volta non è un bieco traditore, perché agisce in base al principio della vendetta, un valore accettato e condiviso dal suo ambiente), così Tristano e Isotta sono destinati a morire (e il nome Tristano allude apertamente all’infelicità del personaggio).
Le vicende di Tristano sono narrate da vari scrittori, alcuni anonimi, altri ben noti. Maestri del genere sono il già citato Chrétien de Troyes (1135-1187, che scrive in lingua d’oïl) con i suoi imitatori e continuatori Wolfram von Eschenbach (1170-1220 circa), che reinventa la storia di Parsifal (lasciata incompiuta da Chrétien), e Hartmann von Aue (morto fra il 1210 e il 1220). E con loro ricordiamo Thomas d’Angleterre, Béroul, Gottfried von Strassburg (Goffredo di Strasburgo), tutti attivi nel corso dei secoli xii-xiii, oltre all’anonimo autore del Tristano riccardiano (una versione in prosa volgare toscana della fine del XIII secolo) e l’altrettanto anonimo autore di Sir Gawain and the Green Knight (Sir Gawain e il Cavaliere Verde, del xiv secolo), capolavoro del romanzo in antico inglese.