Il ritratto di Catilina
Sallustio, De Catilinae coniuratione, 5
Catilina, nobili genere natus, fuit magna vi et animi et corporis, sed ingenio malo pravoque. Huic ab adulescentia bella intestina caedes rapinae discordia civilis grata fuere, ibique iuventutem suam exercuit. [...]
Sallustio è uno dei più importanti autori di storiografia. Ma cosa significa “fare storia” per questo grande autore? Il seguente filmato ti propone una riflessione sui concetti di storia e storiografia.
Nel filmato di Marco Meschini, docente di Storia Medievale all'Università Cattolica di Milano, vengono presentate e spiegate diverse definizioni di storia, date da importanti storici e storiografi. Secondo ciò che hai studiato, letto e analizzato di Sallustio, quale sarebbe la sua personale risposta alla domanda “cosa significa fare storia?".
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Virtus
«Ma bada, anche se tutte le rette disposizioni dell’anima sono chiamate virtù (virtutes), questo non è il nome proprio di ciascuna di esse: semmai hanno tratto tutte il nome da quella che, sola, eccelleva su tutte. E invero virtus è chiamata così da vir (uomo), mentre propria del vir è innanzitutto la forza, le cui principali prerogative sono due, il disprezzo della morte e del dolore. Bisogna dunque praticare queste due se vogliamo essere in possesso della virtus, o meglio, se vogliamo essere viri» (Cicerone, Tusculanae disputationes II, 12, 43). A sua volta vir - che non è l’«uomo» nel senso di maschio, ma l’«uomo degno di questo nome» - per i Romani ha a che fare con vis, vires, la forza, la fertilità, il vigore, l’energia, la potenza (da cui le accezioni di virile, virilità ecc.), non solo in senso fisico ma principalmente in quello morale della «forza d’animo». Più precisamente, la virtus è l’energia, la capacità “buona” che manifesta nelle azioni la magnitudo animi («grandezza d’animo»), in ogni campo dell’attività umana: il soldato, l’oratore, il magistrato, il senatore, ma anche le donne, quelle sposate (matronae) e le giovani fanciulle (virgines), ciascuno insomma (e ciascun ruolo sociale) è contraddistinto dalla sua propria virtus, che sia, secondo una distinzione ciceroniana, «esecutiva», che si ascriva cioè al dominio del facere, o «decisionale», «deliberativa», che pertenga cioè al dominio del sentire, del «pensare bene e correttamente», della «decisione saggia».
Filosofo intento a conversare con le Muse Urania e Polimnia, III secolo d.C. Roma, Museo Nazionale Romano
Parricidium
Il parricidium è un delitto gravissimo e rientra, nel diritto romano, fra i crimina publica, quelli che la comunità stessa è chiamata a punire in quanto costituiscono un pericolo per la sua sicurezza. Sull’etimologia e il significato originario del termine non c’è certezza. Se infatti la seconda parte deriva dal verbo caedere «uccidere», sulla prima già le fonti antiche forniscono diverse spiegazioni: la derivazione da par «pari» individua nel parricida l’uccisore di un pari, un simile; quella da pater connota il termine nel senso di «uccisione del padre»; quella da parens ne allarga il senso a entrambi i genitori e ai parenti in generale. L’opinione più diffusa oggi fra i linguisti è che parricidium indicasse originariamente l’omicidio volontario commesso dolo sciens, ovvero con l’inganno e intenzionalmente, contro un uomo libero, ma che prestissimo abbia assunto il senso di omicidio di un parente prossimo. Comunque si intenda l’etimologia del termine, esso viene sempre descritto e rappresentato nelle fonti come delitto particolarmente empio che pone chi lo commette in una condizione di assoluta incompatibilità con il consesso civile e con i valori che ne permettono la sopravvivenza stessa, un delitto dunque da punire inevitabilmente con l’esclusione del reo dalla comunità, ovvero con la sua eliminazione, sia essa giuridica, come l’esilio, o fisica, come la pena capitale.
Spada romana con il suo fodero, I secolo d. C., Roma, Museo della Civiltà Romana
Hostis
Il sostantivo hostis, che nel latino classico designa il nemico, anche nel senso “forte” di nemico pubblico, nemico di Roma, in origine non aveva significato negativo, non indicava cioè una relazione di ostilità. Tanto Varrone quanto Cicerone confermano infatti che ancora al tempo delle XII Tavole hostis avrebbe avuto il significato di peregrinus, «forestiero», e più precisamente, in termini giuridici, sarebbe stato il termine tecnico dello straniero che non risponde alle leggi di Roma ma che è par ai Romani nei diritti. In questo senso spiega il termine Festo in De verborum significazione 416L: «Sono chiamati hostes per il fatto che godevano di eguali diritti (pari iure) del popolo romano e il verbo hostire stava per “uguagliare” (aequare)». Molto presto però hostis non è più il semplice «straniero alla pari», tanto che nel I a.C. Cicerone può scrivere: «Il tempo ha reso il termine più duro, dal momento che si è allontanato dal senso di peregrinus e si è fermato a quello propriamente di “chi muove guerra contro”» (De officiis I, 17, 32). Non si deve pensare tuttavia che questo slittamento semantico in negativo comporti una negazione totale della relazione populus Romanus/hostes. Al contrario, gli hostes diventano sì i nemici, ma quelli “alla pari” con Roma, i popoli con i quali vige un diritto di guerra, un diritto internazionale comune (che è dunque sempre un par ius), che consente di condurre contro di loro il bellum iustum, una «guerra giusta».
Rappresentazione del saccheggio di un santuario a opera dei Galli, II secolo a.C., Ancona, Museo Nazionale delle Marche
Tutto a Roma è in vendita
Immagina di essere il curatore di una mostra e di utilizzare le cinque sale che hai a disposizione per presentare a un pubblico non esperto la Roma di Sallustio. Lo schema digitale che hai a disposizione ha lo stesso funzionamento tecnico di PowerPoint; può quindi contenere testi, immagini, file audio, link a video (se presente il collegamento in rete). Utilizza tutto il materiale che hai a disposizione: le conoscenze acquisite, le letture, gli approfondimenti (Filo rosso, Cultura Letteratura Storia), i filmati, gli spaccati di antropologia Uomo Sacro Società, le schede sui generi letterari. Porta i tuoi visitatori attraverso un percorso che va dal quadro sociale del tempo storico alla vicenda particolare della congiura, con riferimento alle perosne realil che ne furono coinvolte.
Sala 1
Un quadro complesso: classi sociali e politiche in conflitto tra loro
Sala 2
La congiura come sistema di riscatto: contro chi e perché
Sala 3
La virtus che non fa essere pecore: chi ne è portatore nelle vicende descritte da Sallustio?
Sala 4
Ritratti di uomini grandi: Cicerone, Cesare, Catone, Catilina ecc.
Sala 5
Figure di uomini e donne: virtuosi e non
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