La responsabilità di scegliere

Molte cose dipendono dalla nostra volontà: noi siamo liberi di volere o non volere qualcosa.
Per esempio, possiamo decidere se avere un profilo sui social network oppure no, se seguire le regole che ci sono in famiglia oppure no, se studiare quello che ci viene assegnato a scuola oppure no e così via.

Sono tante le scelte che possiamo fare liberamente, servendoci della nostra capacità e possibilità di scegliere, di acconsentire (dire di sì) oppure rifiutare (dire di no) qualcosa.

La libertà di scegliere tra diverse possibilità si chiama "libero arbitrio".

Noi diciamo di essere liberi quando nella vita quotidiana possiamo scegliere tra diverse opzioni e ci sentiamo realmente tali quando, pur essendoci qualcosa o qualcuno che ci potrebbe condizionare, non ne subiamo un'influenza determinante.

Ovviamente, non tutte le scelte che facciamo si pongono sullo stesso piano: alcune sono più impegnative di altre e pesano in modo diverso nella nostra esistenza.

Qualunque nostra scelta ha delle conseguenze e incide sulla nostra vita: noi dobbiamo rispondere delle scelte che facciamo, ne siamo cioè responsabili.

Usare la ragione

Proprio perché portiamo il peso delle nostre scelte, queste dovrebbero essere guidate dalla ragione, grazie alla quale possiamo capire se vogliamo qualcosa perché la desideriamo veramente - dopo averci ben riflettuto - oppure se si tratta di un impulso momentaneo.

È sempre la ragione a suggerirci di lasciar perdere scelte inopportune o troppo pericolose, che potrebbero danneggiarci.

In ogni modo, siamo liberi di cambiare idea sulle scelte che abbiamo fatto e di ritornare sui nostri passi - così come siamo liberi di cambiare il nostro giudizio sulle situazioni e sulle persone - ma, anche in questo caso, bisognerebbe cambiare idea in maniera ragionata e non impulsiva.

Responsabilità

È una parola derivata dal verbo latino respóndere, che nella sua forma intensiva significa "rispondere con grande impegno", "rispondere seriamente", "rendere conto" di come si agisce, prima di tutto a sé stessi, poi agli altri e, per i credenti, anche a Dio.

Il latino respóndere è imparentato etimologicamente con il greco spéndo, "concludere un patto", del quale entrambi i contraenti si fanno garanti. La parola "responsabilità" ha, dunque, una valenza morale e una giuridica.